C'è un'Italia che tutti conosciamo, civile e democratica. E c'è un'Italia che nessuno vuole riconoscere, che da anni rinchiude gli immigrati irregolari, in attesa di espulsione, in ex caserme militari e capannoni industriali dismessi.
Storie di donne e di uomini segregati senza ragione. Tutto documentato nel libro di Marco Rovelli, Lager Italiani, in cui si riportano le denunce di organizzazioni internazionali come Amnesty International e Medici Senza Frontiere, ma soprattutto, per la prima volta, si da voce ai reclusi senza colpa dei CPT. Grazie a una narrazione che trapassa ogni possibile indifferenza, la loro testimonianza scuote la distrazione e l'ipocrisia di chi non vuole vedere. I centri di permanenza temporanea. Da Lampedusa a Milano, le storie dei clandestini reclusi senza colpa. Disperazione, solitudine, diritti violati. Com'è possibile? La sconfitta di un paese civile.
"I CPT sono dei lager veri e propri. Leggendo questi racconti straordinari prendiamo coscienza di quanto la nostra pseudodemocrazia consumista conviva con l'eredità totalitaria nazifascista." (Moni Ovadia)
"Storie di uomini e donne presi a calci e pugni, in molti contro uno, storie di vigliaccherie nostre autorizzate e commesse di nascosto, contro ogni legge prima che contro ogni umanità. Ecco qui un fascio di racconti e di nomi che non si fanno cancellare. Si imprimono nella fragile superficie delle pagine e da lì sprofondano in chi ha cuore di leggerle. Mai contare gli esseri umani, mai ridurli a mucchio, sommatoria: sono singole vite, uniche e strapiene di ragioni per affrontare lo sbaraglio di deserti e mari, naufragi e schedature, impronte digitali e pestaggi. A che grado di sbirraglia abbiamo abbassato giovani poliziotti e carabinieri coetanei di una gioventù d'oltremare da schiacciare, scacciare." (dalla premessa di Erri De Luca)
Lager italiani di Marco Rovelli (Rizzoli, 2006) € 9,80 - 283 p. - ISBN 881701141X
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