La Dario Flaccovio non smette di stupirci, e ci regala la ristampa di questo bellissimo Sarti Antonio e il malato immaginario, prima introvabile. Un Loriano Macchiavelli in gran forma, alle prese, a dispetto del titolo, con un protagonista diverso da Sarti: Poli Ugo, archivista.
Anzi, si potrebbe affermare che Poli Ugo di Sarti Antonio è la nemesi: bastardo, scorretto, irritante, sgradevole, risoluto, porco. Ma non è un personaggio costruito a tavolino, col semplice gioco di mettere a testa in giù il buon vecchio sergente. Lo Zoppo (Poli ha una menomazione che si è procurato in servizio) splende di luce propria.
Oddio, per come possa splendere un buco nero, un concentrato di negatività psicologica e comportamentale.
Ma di un bastardo così fatto, ci si innamora lo stesso, anzi forse di più. Specialmente se a dargli vita è Loriano Macchiavelli.
Ma non mancano neanche Sarti Antonio, Felice Cantoni e soprattutto Bologna, che Macchiavelli - non me ne vogliano gli altri scrittori bolognesi - schianta sulla carta come nessun altro; tira fuori tutte le contraddizioni e complessità di una città che come poche altre è stata qualcosa di speciale, un "qualcosa" che si sta sgretolando pian piano. Leggendo queste pagine viene voglia di viverla, amarla, odiarla, capirla, questa Bologna.
A impreziosire il volume le bellissime tavole di Magnus e la puntuale e precisa postfazione di Tommazo De Lorenzis.
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