Lo straniero racconta la storia di Meursault, che uccide senza nessuna ragione un uomo sulla spiaggia sparandogli cinque volte. Albert Camus racconta dunque un fatto di cronaca nera. Nel farlo, però, non ci propina alcuna trama poliziesca con un investigatore-ispettore-detective-maresciallo che mette assieme indizi, raccoglie testimonianze, viene fulminato da intuizioni geniali e fa avanzare la storia sulle solide (e solite) ruote della suspense e dell’intrigo.

Non vuole mettere in scena personaggi simpatici o memorabili o arguti o cool né ci somministra colpi di scena piazzati a regola d’arte, dialoghi serrati e salaci, sesso e violenza in giuste dosi e un finale a effetto che tutto risolve, svela, distingue e spiega.

Sostanzialmente, a Camus non interessa scrivere un romanzo di genere ma dare una rappresentazione narrativa della realtà servendosi del Genere. Non dunque costruire un rompicapo e poi risolverlo ma esporre un problema e lasciare al lettore la riflessione e l’eventuale “soluzione”.

Camus utilizza l’atto violento, “nero”, dell’omicidio, non per raccontare una storia ma per far venire a galla una sensazione diffusa, una condizione comune, un male condiviso. Che lo faccia deliberatamente o no, si serve dello strumento noir per raccontare qualcosa che va al di là del noir e della storia stessa.

Usa il Genere come un mezzo e non come un fine. Raccontando il caso di Meursault che uccide un uomo, ci racconta una condizione allargata che tocca e concerne l’esser-uomini in quanto tale (e non l’esser questo o quell’uomo). Non è importante che il personaggio piaccia o che risulti “ben fatto” ma è indispensabile che attraverso una storia (la sua storia) si riesca a intravedere una generalità, un segno comune, un destino condiviso.

Non sono tuttavia i contenuti dello Straniero a interessare qui, perché ci sono alcune caratteristiche (strutturali) che fanno di questo romanzo un noir esemplare, forse il noir letterario per eccellenza.

 

Anti-spettacolarità. Il noir non è il thriller.

Non è poliziesco e nemmeno giallo o spy story. Le azioni narrate non servono a suscitare meraviglia nel lettore o ad avvincerlo, e la storia non ruota intorno a un’indagine. Il meccanismo narrativo non è basato sul mistero o sui colpi di scena. Non è una sceneggiatura hollywoodiana né un intreccio da best-seller del tipo “vado avanti a leggere per vedere come va a finire”. Non c’è niente di tutto questo. C’è invece l’utilizzo a fini espressivi di luoghi, situazioni, azioni che appartengono al Genere. Abbiamo quindi un fatto di sangue, un processo, una scrittura in prima persona che dà la prospettiva del criminale stesso, e via dicendo, ma tutto finalizzato non a confezionare un prodotto che rispetti determinati canoni, bensì a mettere in parole l’universo umano che corrisponde alla poetica dell’autore. Questo punto è di fondamentale importanza: serve a distinguere il noir da altri generi che spesso vengono a esso imparentati. È quindi imprescindibile chiarire che il motore dell’azione (della storia, dei personaggi) non è la meccanica dell’intreccio e la spettacolarità del medesimo e che il Genere rifiuta dunque di ricorrere a questa specie di stratagemmi per accalappiare l’attenzione del lettore. La trama, cioè, non è che un pretesto che serve a far affiorare gli elementi ritenuti dall’autore rilevanti.

 

Estremizzazione. Flaubert sosteneva che per creare un personaggio da romanzo sono necessarie due operazioni: tipizzare ed estremizzare. Vale a dire, scegliere un numero limitato di caratteristiche per il personaggio stesso (che diventa quindi un tipo) e portarle, in esso, all’estremo, in modo da renderle evidenti ed esemplari. Ebbene, il processo dell’estremizzazione è alla base del noir. Tutto si riassume nel raccontare fatti violenti per poi far emergere le questioni, le problematiche, le idee e le tematiche che all’autore stanno a cuore. Estremizzare e concretizzare quello che altrimenti resterebbe astrattezza psicologica o vacuo “moto dell’animo” (e tanto di cappello, sia detto per inciso, a coloro che riescono a scrivere l’interiorità senza esteriorizzarla in atti o parole, e quindi senza servirsi del Genere). Per tirar fuori tutta l’estraneità e l’indifferenza di Meursault, Camus gli fa uccidere un uomo: gesto estremo e concretissimo, che serve da riscontro pratico e reale dello stato d’animo di fondo dello Straniero.

 

Funzionalità.

Da quanto detto sopra consegue che ciò che accade in un noir (se si prende per buona la definizione che si va qui suggerendo) non è semplicemente effetto di scelte individuali dei vari personaggi: non può essere cioè ridotto al risultato dell’arbitrio del singolo o dei singoli. La storia non è fine a se stessa. Tutto quello che viene scritto e narrato tende necessariamente a esporre, a portare alla luce, a rendere riconoscibili al lettore le problematiche e le questioni che l’autore vuole esprimere. Questa concezione strumentale del Genere fa sì che il significato dell’opera vada cercato non nell’estetismo della “bella” storia con “bei” personaggi e “bella” trama, ma in ciò che l’autore ha voluto esprimere e raccontare servendosi degli schemi espressivi del Genere, che funge quindi da catalizzatore. Questo fa Camus nello Straniero, il cui senso non sta ovviamente nelle “virtù estetiche” della storia di uno che ammazza un tale e poi davanti al giudice non sa cosa rispondere quando gliene viene chiesta ragione. È bensì attraverso e per mezzo di questa storia che l’autore ci fa vedere ciò che più gli preme rendere visibile: l’assurdità e l’insensatezza tanto della vita come della morte (ma, ripeto, qui non è rilevante il contenuto specifico dell’opera).

Concludendo, è importante sia chiaro che lo Straniero non è esemplare per via dei suoi contenuti (che possono esser ritenuti più o meno interessanti) ma per il fatto che Camus ha qui usato il Genere per dire quel che aveva da dire, e nel far questo ha scritto un romanzo che racchiude ed esemplifica quei tratti – che ho chiamato anti-spettacolarità, estremizzazione e funzionalità – che sono distintivi del genere noir così come lo si vuole intendere in questo spazio.

Nelle puntate future di questa rubrica si vedranno altri autori e altre opere, e si vedrà in che modo essi si nono serviti del noir per esprimere ciò che avevano in mente di esprimere.