Diciamolo sinceramente. Segretissimo aveva bisogno di una mano nuova alle illustrazioni. Oltre che amico sono stato un grandissimo estimatore del lavoro di Carlo Jacono che negli anni sessanta e settanta ha stabilito lo stile della collana interpretando gli stimoli narrativi e cinematografici della spy-story avventurosa. Le donnine con la pistola sono diventate, almeno in edicola, sinonimo di avventure favolose dove il lettore poteva, con i suoi eroi, osare qualcosa di più.

Oggi troviamo una nuova mano venuta a sostituire alcuni tentativi non propriamente riusciti (come autore credo di aver avuto alcune delle peggiori copertine di Segretissimo, cosa per un autore veramente umiliante…).

Scoprire le immagini di Victor Togliani su Segretissimo e non solo è sempre una nuova sorpresa. Per cui da buon… “Professionista” provvedo a sottoporlo a un terzo grado serrato.

Dunque Victor, prima di tutto presentati ai lettori e traccia il tuo percorso professionale dai tuoi primi disegni sino a oggi.

Ho frequentato il Liceo classico, scelta anomala, ma avevo un padre pittore (Mario Togliani) che mi ha trasmesso, sia geneticamente che attraverso la vita in comune, il bagaglio di conoscenze in campo artistico.

Per un po’ ho frequentato l’Accademia di Brera e ho insegnato “psicologia della visione”, anatomia e illustrazione.

Oltre al fatto di essere un illustratore, mi sono ritrovato a essere anche scultore, scenografo, costumista, modellista, art director.

Sono specializzato in Fantascienza e Fantasy e lavoro per la pubblicità, l’editoria, il cinema, la televisione, la discografia.

Per il cinema ho ideato e realizzato i veicoli, le armi e gli “oggetti di scena” del film Nirvana di Gabriele Salvatores. Vivo e lavoro da sempre a Milano.

Per il cinema di animazione ho realizzato le scenografie, i mostri e i costumi del film Aida degli alberi di Guido Manuli e le scenografie dei lungometraggi: L’eroe dei due mondi - Monster Mash, ecc.

Inoltre ho svolto una copiosa attività nel campo dell’illustrazione per moltissime ditte, case editrici, case discografiche. Insomma ho accumulato un’esperienza in vari campi che cerco di fondere nel mio impegno attuale con Mondadori.

Quando è nata la tua passione per l’illustrazione?

Da ragazzo, in visita a casa di un’amica, mi sono imbattuto in suo padre che lavorava ad un tecnigrafo.

Era il grande Bioletto e ho subito capito quale sarebbe stata la mia strada.

C’è un genere che ti attira più di altri?

Senza esitazioni, la fantascienza.

Essendo il mio genere molto realistico, credo che si presti bene per visualizzare, con dovizia di particolari, i temi della s.f. e del fantasy.

Non amo viaggiare e la gente si meraviglia sempre di questo mio insolito rifiuto di andare altrove.

Il fatto è che resto sempre deluso dalla realtà, sono un sognatore e preferisco costruirmela da solo, di volta in volta, quella più adatta per una copertina o per una pubblicità (o meglio ancora per il cinema), disegnandola come me la immagino.

Quali sono secondo te i principali cambiamenti nel modo di illustrare i romanzi di genere popolari avvenuti in questi anni?

L’avvento della computer grafica ci permette di creare immagini altamente sofisticate e cariche di realismo.

Essendo un accanito lettore di Urania, ero un grande estimatore di Karel Thole, che tra l’altro ho anche avuto la fortuna di conoscere.

Lui disegnava di getto, abbozzando magistralmente con la tempera l’idea, con poche, sapienti pennellate.

Oggi il pubblico, forse per una questione di moda passeggera o per colpa dell’immenso progresso tecnologico a cui ci ha abituato il cinema, preferisce delle immagini ad altissimo contenuto realistico e spettacolare che non sempre si possono ottenere solo con il pennello.

Uno dei particolari che mi ha più colpito di più nella tua opera più recente è la tridimensionalità delle immagini… Diavolo, le belle figliole che si affacciano su Segretissimo sembra di poterle … toccare. Ci puoi spiegare qualcosa della tua tecnica?

Fino a poco tempo fa realizzavo i miei lavori con una tecnica mista: aerografo con colori acrilici e matite colorate acquerellabili.

Facevo parte di quella corrente chiamata “iperrealismo”, che era molto utilizzata in pubblicità.

Ora realizzo le illustrazioni in digitale, mischiando disegno e fotografia.

Così ottengo delle immagini indecifrabili che sembrano illustrazioni, ma che assomigliano a foto (oppure foto che assomigliano a disegni).

Noto che metti una particolare cura negli sfondi. Hai un archivio di immagini di questo tipo o le crei di volta in volta?

Fin da ragazzo, in molti anni di lavoro, ho accumulato un immenso archivio di immagini, che ho raccattato ovunque, e che tengo suddivise per argomenti, in due raccoglitori per ufficio.

Ho anche una miriade di libri di tutti i generi (ovviamente visivi).

Ma la stragrande maggioranza delle immagini sono fotografie che faccio io stesso; un tempo stampavo in camera oscura, adesso sono in digitale.

Gli sfondi che faccio sono inventati mischiando vari elementi, che a volte costruisco disegnando (o con la scultura e il modellismo), oppure attingendo immagini dal mio archivio personale, che poi rielaboro col computer.

Come nasce la copertina di un Segretissimo?

Sergio Altieri mi parla del contenuto e mi dà delle suggestioni che io cerco di trasferire nell’immagine.

Il tema di fondo è sempre una fanciulla che, con il suo fascino e la sua determinazione, cerca di conquistarti.

E’ molto stimolante, partendo sempre dallo stesso canovaccio, cercare di approfondire un carattere o un’ambientazione sempre diversi.

C’è un autore in particolare o un genere che vorresti illustrare?

Se i temi sono la fantascienza o il fantasy sono sempre al massimo dell’eccitazione; qualunque sia l’autore è eccitante avere comunque la responsabilità e il piacere di ricreare un’atmosfera nuova.

Hai mai pensato di cimentarti con il fumetto?

Ho insegnato per qualche anno alla scuola del fumetto e ho molti amici che sono grandi fumettisti.

Mi piacerebbe molto trasformare in fumetto alcune cose che ho scritto per fini cinematografici, ma che probabilmente non vedranno mai la luce sotto questa forma.

Infine un grazie da parte mia (Stefano Di Marino, Stephen Gunn e Xavier LeNormand) per le magnifiche copertine che hai regalato ai miei romanzi in questi mesi.

Qualcosa da dire al pubblico di TM?

Creare le fanciulle di Segretissimo rimane uno dei grandi piaceri della vita, che spero di condividere con voi.

Se intanto volete dare un’occhiata ai miei lavori il mio sito è

www.victortogliani.it

Un abbraccio segretissimo!

Grazie e… ci vediamo in edicola.