Di tutti i generi letterari esistenti e attivi, il noir è certamente – se non il più profondo o “alto” – almeno il più “adulto”. Riesce cioè ad accogliere al suo interno tematiche, conflitti, narrazioni e rappresentazioni del reale che non possono essere liquidate come narrativa “di genere”.
Il noir è un modo della letteratura. Un modo di fare letteratura, e quindi raccontare, mettere in scena, raffigurare e analizzare. Lo spessore di questo genere è rilevabile nella lunga serie di autori “alti” (cioè scrittori non di genere) che in un momento o nell’altro della propria carriera hanno scritto qualcosa di nero (e non per caso).
Non si parlerà dunque, in questa rubrica, di Raymond Chandler o Dashiell Hammett, Cornell Woolrich o Jean-Patrick Manchette. E questo perché gli autori appena citati si sono mossi solo all’interno del noir. Sono nati e cresciuti come scrittori “neri”.
Quello che si vorrebbe qui portare all’attenzione dei lettori è invece il modo in cui il nostro genere interagisce con la letteratura “alta”, quella con la “L” maiuscola, quella che Goethe chiamava Weltliteratur.
Ecco perché in questo spazio verranno affrontati personaggi fra loro eterogenei quali Ernest Hemingway, Graham Greene, Norman Mailer, Albert Camus, Leonardo Sciascia e si vedrà come hanno integrato il noir nel proprio discorso e nel proprio lavoro. Attraverso le opere di autori come questi si cercherà di individuare i modi in cui il noir interagisce con la letteratura, le caratteristiche che lo rendono così duttile e aperto, che ne fanno forse il tipo di racconto più adatto ad aprire sulla realtà attuale prospettive non banali e non tradizionali.
Si vedrà, in altre parole, come la grandissima vitalità di questo genere sia un segno della sua idoneità a dire (e quindi: a raccontare, a vedere, a pensare) il nostro tempo. In altre parole, il noir è un genere in grado di stare nella realtà senza ridursi a letteratura “d’evasione”, e questo a tal punto che persino grandi scrittori hanno ritenuto giusto e sensato, a un certo punto, usare questo genere per esprimere ciò che fino ad allora avevano detto percorrendo le vie della letteratura universale “alta” (la Weltliteratur di cui sopra).
Le ragioni che secondo me fanno del noir il genere “adulto” di cui si è scritto qui emergeranno gradualmente nel corso dello svolgersi del filo rosso della rubrica stessa, lungo un percorso di definizione e “messa a fuoco” del genere stesso.
Ogni opera e ogni autore mostreranno una nuova e diversa faccia del “nero”, un modo di applicarlo alla realtà del tempo, di renderlo vivo e adatto a raccontarci ciò che è. Senza facili vie di fuga.
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