Un romanzo di migrazione, un romanzo di denuncia, un romanzo che racconta tragedie umane, che con il piglio cadenzato di un thriller guarda in faccia le miserie umane. Una storia che ha un cuore e che colpisce al cuore. Questo e molto altro ancora è Mare Nero, il nuovo libro di Gianni Paris, edito da qualche mese dalle Edizioni dell’Arco, e che nel giro di poche settimane ha bruciato la prima tiratura di ben 10.000 copie.

La storia è semplice… ogni giorno la sentiamo indifferenti sui nostri televisori, si tratta delle carrette del mare, di uomini disperati, che vedono nel nostro paese un sogno di prosperità e benessere, si tratta di corpi senza nome che bucano il mare in un unico grande cimitero dal nome di mar Mediterraneo.

L’autore in questo caso, supera il limite del romanzo, è grazie alla testimonianza di un immigrato (conosciuto nella sua attività di avvocato) realizza un romanzo che sembra travalicare i generi della narrativa. E’ la storia del viaggio per mare di un gruppo di immigrati, i risparmi di una vita consegnati a innominabili aguzzini, che li mettono a forza su barca disastrata ad affrontare il mare con solo una bussola a disposizione, e di lì il dramma, l’errore di rotta di uomini inesperti… termina il carburante, il cibo, l’acqua… tanti corpi su una zattera in mezzo al mare, la consapevolezza che la propria vita è attaccata a un filo, la disperazione che si fa strada nel cuore e nell’anima dei vivi che lentamente e inesorabilmente cominciano a buttare i morti in mare... la fine che si avvicina per tutti…

La struttura del romanzo è semplice e inesorabile, il ritmo cadenzato e veloce, la prosa tagliente e secca, i dialoghi colpiscono al viso, le parti in cui i naufraghi riflettono su se stessi sono sensibili e intime. La parte finale sembra un'unica grande poesia che parla di uomini disperati con tragica semplicità. Un romanzo che non lascia indifferenti e che forse ci farà voltare la testa verso il televisore quando sentiremo di nuovo certe notizie.