Mi chiamo Giordano, faccio il parrucchiere e fino a poco tempo fa ero un uomo felice. Non avevo proprio niente di cui lamentarmi, il conto in banca non destava preoccupazioni, avevo brindato da poco all'estinzione del mutuo della casa, il secondo salone stava rendendo quasi come il primo e mi sentivo un fiore. Merito anche di certe clienti.
Certe clienti sanno come fare per farti stare bene.
Insomma, la mia vita stava scorrendo in discesa, una di quelle lunghe, infinite, dolci discese che tutti sognano dopo vent'anni di sciampi, tagli e messe in pieghe, e credevo di essermela meritata. Già, ma non avevo fatto bene i conti. Per fare bene i conti bisogna considerare sempre la variabile.
Cosa cazzo è una variabile?
E' la solita domanda ingenua che avrei fatto io.
La variabile è importantissima, credimi.
Immagina un uomo che sgobba tutta la vita per il bene della sua famiglia, per garantire un futuro sicuro. Non cede ai vizi e non si concede lussi, ma mette via con fatica i suoi soldini al sicuro, nel conticino in banca. Insomma, tira avanti una vita di merda piena di privazioni per il bene futuro di quei suoi due figli che non si arrischierebbero mai di capire perché il padre fa una vita così del cazzo e li priva delle tante cose che i loro amici, invece, si godono.
Un bel giorno, i due fratellini, decidono di dare una svolta alla loro esistenza: perché aspettare per godere di tutti quei soldi in banca, in fin dei conti un giorno spetterebbero a loro comunque. Per operare la svolta devono togliersi dai coglioni quello spilorcio del padre, quindi lo uccidono e, già che ci sono, fanno fuori anche la mamma, che tanto era d'accordo con lui su tutta la linea.
Ora immagina cosa può aver provato quell'uomo mentre i fratellini infierivano sul suo corpo, mentre il primogenito lo teneva fermo e il figlio minore lo accoltellava con furore: quell'uomo avrà cercato fino all'ultimo momento di capire il perché, e si sarà scervellato per dare un senso a quello che gli stava capitando, e sarà rimasto inerme sotto i colpi, confuso, spaventato, con quella semplice domanda che gli avrà mandato in pappa il cervello. Poi, prima dell'ultimo respiro, quando anima e pensiero confluiscono insieme e subentra la consapevolezza cosmica del tutto, si sarà posto la domanda giusta, quella che doveva porsi subito, l'unica domanda che si porta dietro anche la risposta.
Domanda: in cosa ho sbagliato?
Risposta: ho sbagliato a fare i conti.
L'uomo non ha tenuto conto dell'ingordigia dei due fratellini.
L'ingordigia, quella è la variabile della sua vita.
No, non ci sono metodi per calcolare la variabile.
Sì, questa è una cosa brutta, può mettere una certa angoscia.
Prendi un quotidiano a caso e leggi la cronaca, vedrai un sacco di variabili.
Sì, c'è da farsi venire i sudori freddi e vivere male. E già.
L'elenco delle variabili è infinito, dalle più ordinarie come il cancro o il frontale in auto, alle più infide come l'infarto durante la partitella di calcio tra amici o l'occlusione della trachea mentre rumini pop corn al cinema.
Leggi, commenti e ti fai la domanda, quale cazzo può essere la mia.
Le percentuali non te le sto a sciorinare, odio quelli che riportano delle cifre a sostegno di una tesi, e le tesi sono fatte per essere disattese. Ti dico solo che la percentuale delle morti per liti in famiglia si è alzata del trenta percento in questi ultimi anni, quella per mano del coniuge addirittura del trentanove. Sono uscito di casa giovanissimo e vivo da solo, e senza saperlo ho ridotto di un minimo la mia variabile.
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