La polizia nonostante gli sforzi non era venuta a capo di nulla che la mettesse sulle tracce di un traffico di cocaina che passava e spariva sotto gli occhi. Telefonate, lettere, messaggi altri ordini nulla era mai stato intercettato. Le richieste di assistenza di alcuni centri di riabilitazione per tossicodipendenti avevano registrato un notevole aumento. Tossicodipendenti in numero crescente della provincia, erano stati accolti in altri centri.
Le supposizioni tante quante i conseguenti tentativi intrapresi per iniziare indagini nella direzione giusta. Niente. Si era tornato a parlare di “terzo livello”, il controllo che la criminalità organizzata esercitava ed esercita, per mezzo di impiegati e dirigenti corrotti spesso assunti dietro forti raccomandazioni, per tenere sotto il tallone un’intera regione con l’efficienza ‘ndranghetista che non era neppure stata scalfita, a tutto vantaggio della società ‘ndranghetizzata di precarietà legale e di stabile far west.
- Agente Mirella Sereni mi sento un investigatore in cerca d’autore: abbiamo due cadaveri, un traffico di droga fantasma, un elicottero che scarica in mare – riprese fiato il maresciallo per non precipitare in una crisi di nervi - zavorra, era solo zavorra, blocchetti di piombo recuperati uno per uno.
- Di quella zavorra ne abbiamo ritrovato fin troppa maresciallo.
- E’ troppa? e allora scopra come comunicano.
Alcuni giorni prima una elicottero di un non meglio identificato servizio di protezione, eseguendo una manovra precisa e pericolosa a pelo con l’edificio della foresteria era atterrato sullo spiazzo antistante la scuola per subacquei “Cipuddi”, in emergenza. Si alzò quasi subito rimanendo in “surplace” a pochissima distanza dalla costa e riprendere quota dopo aver gettato zavorra in mare.
Era mezzogiorno. Era caldo. Gente affollava la spiaggia e la via Marina. L’agente Mirella Sereni era seduta al Dalì City Pub. Aveva ordinato un Campari, “non lo abbiamo” e aveva accettato un miscuglio di aranciata, acqua brillante, qualche goccia di gin, “prodotto della casa”, insoddisfacente al prezzo di 7 euro. Leggeva di catastrofiche affermazioni, raccomandazioni, lacrime per il crollo della produzione, statistiche campate in aria. Chiuse il giornale. Si alzò per andarsene. Sulla strada vide Martina accostata al muro del bar davanti al ritratto di Dalì. Due auto in direzione di marcia contraria occupavano la strettissima carreggiata e spettava ai pedoni mettersi da parte e dare la precedenza, se non volevano essere arrotati. Quando Martina avanzò e sfiorò i tavolini del bar Mirella Sereni le si affiancò.
- Polizia.
- Che vuole.
- Il suo amico Marco Tulliani è stato eliminato; anche Angelo Cubacoschi ha fatto la stessa fine.
- E allora?
- Crede di discolparsi con un “allora”?
- Lei limita, senza motivo, la mia libertà di movimento.
- E’ l’indiziata numero uno. Quando lo ha visto per l’ultima volta? com’erano i suoi rapporti con Tulliani?
- Convivo se vuole.
- Conviveva.
- Altrimenti ero una sua ospite oppure un’amica, scelga.
- E’ stato assassinato, che gliene pare come scelta.
- Dove ha passato la notte?
- Nel mio appartamento.
- Ne è sicura?
- Perché non dovrei esserlo?
- Perché il suo appartamento è sottosopra ed è sequestrato. Non dica che si diverte così tutte le sere. Dov’era, stamattina mentre facevano fuori Tulliani.
- Mi lasci in pace io non c’entro niente.
- Dicono tutti così, allora?
- Sotto la doccia. Non ho sentito niente da lì.
- Lei non è di qui vero?
- Sono di Cremona.
- E del pittore?
- Gli ho parlato un paio di volte in questi ultimi giorni; ho acquistato un quadro e poi gliel’ho restituito quando Tulliani mi ha informato che era meglio non comprarlo.
- E lei lo ha restituito.
- Ero perplessa, comunque un altro soggetto non avrebbe fatto alcuna differenza per me.
- E della scuola per subacquei “Cipuddi” che cosa sa?
- A volte vengono alla villa a depositare materiale di lavoro.
- Come arrivano alla villa?
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