Il subacqueo arrivò a nuoto sulla spiaggia. Si tolse le pinne sedendosi sulla sabbia. Si rialzò e udì contemporaneamente l’accelerata della Panda che si allontanava. Di corsa risalì il breve tratto di spiaggia fino al Dalì City. Trovò solo il pacco di alimentari. Fottuto.

- Forse non si saprà mai il perché del suo ritardo di pochi secondi – continuò Martina. Ha perso tempo a togliersi le pinne?! La sfacchinata fino alla villa se l’è fatta a nuoto. Lei è un subacqueo esperto e ben allenato. Quando Tulliani gli disse di lasciare il pezzo di rete, che lei pochi giorni prima aveva ritagliato dopo essere inciampato, da una rete da pesca stesa ad asciugare, gli è girato alle spalle, gli ha passato la rete attorno al collo, mentre masticava il cornetto e lo ha strozzato. Per inciso nessuno ha mai tagliato una rete da pesca stesa ad asciugare. Non lo fa stramazzare a terra ma quasi lo adagia. Gli versa caffè e Vecchia Romagna sulla bocca e sulla faccia. Prima di andarsene silenziosamente come è arrivato pesta i quadri di Cubacoschi che tanta sfortuna gli portano.

E’ convinto che Marco sia solo in villa anche se il particolare delle tazzine per il caffè avrebbe dovuto farle sospettare un’altra presenza, non necessariamente la mia. Si allontana a nuoto e quando vede il pittore sullo scoglio lo elimina quasi per sport. Sa benissimo che è estraneo all’infinocchiatura della quale si ritiene vittima.

Esisteva il sospetto che Tulliani per via della sua abitudine di non prendere appunti, di non usare telefono, né carte di credito, fosse l’organizzatore di tutto con la complicità preziosissima e insostituibile di Gianna Lentuli, fino a che non c’è rimasto secco.

L’avvocato volse di nuovo lo sguardo verso gli occhioni spalancati di Dalì che parevano dire “io lo sapevo”; contemporaneamente Mirella Sereni gli bloccò i polsi con le manette.

- Il bello è – disse la poliziotta – che ci avete dato parecchio da fare con la zavorra. L’elicottero si abbassava davanti alla scuola “Cipuddi” e quindi si allontanava, di poco, stava sorvegliando del resto, quindi prima di riprendere quota sganciava tra la zavorra qualche pacchetto di droga. I sub la recuperavano.

- Un attimo - disse Martina - la scuola era di Tulliani.

- Dice bene “era” – calcando la voce - e non perché è morto. Un po’ alla volta questi signori se ne erano impadroniti facendo iscrivere solo affiliati alla ‘ndrangheta, cosicché avevano mano libera. L’avvocato aveva avuto un’idea geniale tanto che non sapevamo più verso quale direzione indirizzare le indagini. Anzi credevamo che la capa del traffico fosse Gianna Lentuli che è invece una involontaria fornitrice di idee, una ignara collaboratrice. Ciò che vi aveva reso tremendamente forti, vero avvocato? Ha davvero dimostrato una gran fantasia nello sfruttare ciò che le capita anche accidentalmente ed usarlo nel modo più proficuo e a quanto pare all’improvviso.

Dalì adesso se la rideva davvero, aveva visto tutto.