A volte non si ha voglia di correre, sparare, buttarsi, cadere, volare… a volte non si ha voglia di ritmi frenetici e di colpi di scena ossessivi… a volte non si ha voglia della sorpresa a tutti i costi.
A volte si vuole solo rincontrare vecchi amici, lasciarsi cullare da tempi rilassati, farsi avvolgere da trame e svolgimenti lenti e accurati… e tutto questo si può ottenere dalla lettura di L'uomo dalle dita blu, di Jean Fallier, romanzo da poco pubblicato nell'ormai nota collana dei Luoghi del delitto, della Robin Edizioni. Si tratta della settima indagine dell'Ispettrice Mary Lester, che questa volta viene inviata a indagare in un esclusivo circolo di golf per un sospetto traffico di droga, e così la nostra amata Mary, sotto le mentite spoglie di una giovane studentessa, si trova coinvolta fra ambigui personaggi e verdi campi, vecchi gentiluomini e tradizioni di gioco, mentre di fronte ai suoi occhi avviene un'insolita morte che sconvolge un apparente e fragile tranquillità, e che sembra avere oscuri legami con un tragico passato.
Il romanzo di Failler riesce là dove molti falliscono, riesce cioè a creare un'atmosfera, a essere verosimile e coinvolgente, i suoi ritmi lenti e collaudati ricordano i migliori esponenti del giallo classico. La storia non vuole stupire a ogni costo, non si fa ricorso ogni tre pagine a un inverosimile e forzato colpo di scena, la vicenda si dipana invece sotto gli occhi del lettore e dell'investigatrice passo dopo passo, con i veri tempi di un indagine, con i veri dubbi, con le vere incertezze e con un colpo di scena finale, che risulta costruito con accuratezza e intelligenza nel corso della narrazione. I personaggi sono ben delineati e riescono verosimili e simpatici (su tutti i due giovani caddies e il vecchio gentiluomo novantenne), la vis polemica della protagonista, pungente e sagace, si ritrova in molti dialoghi e rappresenta una delle parti più riuscite del romanzo, il tutto nella scrittura ferma e collaudata di uno scrittore esperto. Forse l'uomo dalle dita blu, non è un romanzo che avvince dalla prima all'ultima pagina, uno di quelli che non si può smettere di leggere, ma sicuramente è un romanzo che dispiace di aver finito e che si ritorna più di una volta a sfogliare… anche solo per rivedere una vecchia amica!
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