Ancora una volta Migliani irruppe nella stanza col suo fare sempre gioviale.
- Posso?- fece – indicando la sedia vuota posizionata di fronte la scrivania del commissario.
- Siediti pure – gli rispose Agostino, che sorrideva guardando l’orribile riporto del suo collega e pensando a quello che aveva detto di lui la signora Serto. - Che occhio che aveva quella signora, dovrebbe entrare in polizia.- pensò.
- Bene, così facciamo anche quattro chiacchiere. Sono pure le sei e mezza ed è stata una dura nottata e una dura giornata. – Disse dando una scorta all’orologio che teneva al polso.
Era venuto per fare il punto della situazione delle indagini. Ma c’era stato ben poco su cui indagare.
- Sei stato fortunato, capo – continuò Migliani. – I fatti sono chiari e lampanti. La ragazza è stata sorpresa sul luogo del delitto, e non ci sono dubbi che sia l’assassina. La pistola ha sparato due colpi, con precisione millimetrica, dritti al cuore delle vittime. A lei da dietro, dal momento che era di schiena, a lui davanti. Sono morti sul colpo, sicuramente. Attendiamo ancora i risultati dell’autopsia, ma non ci sono dubbi che confermerà tutte le ipotesi.
- Riguardo il movente?- Chiese Garavani. Ma la risposta la sapeva già
- Il movente è certamente di tipo passionale. Pare che l’assassina si fosse invaghita del Simoni, che però conosceva da poco, il Simoni non la ricambiava, ma lei non ha accettato questo fatto e si è vendicata. Di cosa, non si sa, dal momento che pare che lui non le avesse promesso niente di concreto. Ma qualcosa dev’essere scattata nella mente della ragazza e l’ha fatta come impazzire. Si era costruita un castello in aria che poi le è caduto addosso. Vedi certe volte..
- “La mente è un filo di lana” diceva mia nonna – disse il commissario ripensando ad un vecchio proverbio della sua terra.
- Che vuol dire ? - chiese Migliani.
- Vuol dire che il nostro cervello è molto fragile, il nostro equilibrio mentale è sottile come un filo di lana appunto e può essere spezzato e mai più ricomposto. In fondo i neuroni non si rigenerano mica, sai?- disse il commissario. Pensò che anche lui era stato sul punto di impazzire quando la moglie lo aveva lasciato. – Alcune persone hanno gli strumenti per assorbire i colpi della vita o i lunghi logorii, come posso spiegarti, delle specie di ammortizzatori mentali. Tu sublimi tutto e il dolore piano piano va via, ma altre persone non hanno questi strumenti e qualcosa nel loro cervello fa crac. E così abbiamo persone impazzite perché avevano perso il lavoro o non lo avevano mai avuto, persone impazzite per un lutto, per un amore finito male….ma ,dimmi, piuttosto, l’assassina dov’è ora?
- L’abbiamo tenuta in stato di fermo. Era in uno stato terribile, farfugliava strane cose era in stato di shock insomma. Impossibile interrogarla in quelle condizioni. Abbiamo predisposto il ricovero al Maria Vittoria e adesso è lì piantonata. Ho mandato Tina. Io , pensa, avevo cercato di parlarle in cella, ma non c’è stato verso. Rimaneva zitta, con gli occhi fissi nel vuoto. Non ha mangiato nulla.
Ho parlato con l’avvocato d’ufficio. Vuole chiedere l’infermità mentale, è convinto, forse a ragione, che in quel momento non era capace di intendere e di volere.
Garavani ebbe di nuovo quella sensazione, di vicinanza, quasi di simpatia per quella ragazza, mista a pietà e compassione. Ma è mai possibile, disse tra sé e sé, che si possa provare simpatia per un’assassina? E per giunta da parte di un commissario di polizia. Sentiva che in qualche modo la sua vicenda rispecchiava la sua. Perché?
- Caso risolto, allora? – sentenziò Garavani.
-Pare proprio di si. Per questo dicevo che sei fortunato. Indagine conclusa. Nessuno potrebbe scriverci su un racconto giallo!-
-Possiamo andarcene a casa allora – disse sollevato Garavani, che sentiva prepotente il desiderio di farsi una doccia.
- Ascolta – disse Migliani con lo sguardo un po’ sornione – io stasera esco con Laura e lei mi ha parlato di una sua amica. Si chiama Eleonora, ha 31 anni e pare che sia una strafiga da paura. Ma oltre ad essere una strafiga è pure architetto, pensa un po’. Ti pare possibile?
- Non so perché, a volte mi viene voglia di darti un calcio nel culo talmente forte da mandarti in orbita! – rispose Garavani scherzoso, ma anche un po’ infastidito. – Perché, non è possibile che una bella donna sia anche architetto?
- Sarà, ma a me le due cose non suonano bene insieme…
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