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Agostino, devo parlarti.

Devo parlarti. No, non avvicinarti, non accarezzarmi. Mi fa male trattarti così, ma la cosa che sto per dire non è una cosa bella. Tu sei innamorato di me? Lo so che lo sei. Tu mi desideri, vero? Io invece, Agostino, penso di avere qualche problema. Ho qualche problema con te. Non ti desidero, non ti desidero più. Non ti desidero perché non ti amo più. Non so quando ho smesso di amarti. Per me è una cosa terribile come per te, e forse di più, perché il senso di colpa mi sta mangiando viva. Ti amavo un tempo, adoravo i momenti con te, ma adesso non più. Tu sei tutto ciò che una donna possa volere, sei premuroso, ti prendi cura di me, sei intelligente e arguto. Ma mi manca la scintilla, Agostino. Forse c’era una volta, ma non mi ricordo più. Se c’era si è spenta. Non mi basta più quello che mi dai, lo so di essere una stronza a dire queste cose, odiami, odiami pure, ti farà bene. Ti aiuterà ad andare avanti, a trovare un senso in quello che fai, nel tuo lavoro magari. Si, il tuo lavoro sarà la tua salvezza. Ti risolleverai un giorno, sei forte e non ti lasci abbattere facilmente. Anche se a volte sarebbe meglio lasciarci abbattere, sprofondare nel buio più buio, chiudere gli occhi e non esserci più, non essere mai nati, almeno per un po’. Oppure incazzati, si, incazzati, dimmi che sono una stronza, urlamelo in faccia, me lo merito e se vuoi picchiami, perché vorrei farlo io con me stessa.

Mi manca la passione, Agostino, le emozioni, il buco nello stomaco e il battito a mille. Tu sei buono, ma sei freddo, e non dimostri facilmente i tuoi sentimenti, ma no, non dire niente, non è quello il fatto.

E’ che è finita , Agostino, e le parole servono solo fino ad un certo punto, poi solo il silenzio può avere un certo significato, o forse neppure questo può dare un significato ad un dolore come questo.

Io amo un altro, Agostino, mi sono innamorata. No, ti prego, non guardarmi con quegli occhi incandescenti, mi fai male, sono lame dentro le viscere. E’ così, dovevo dirtelo. Certe volte è meglio essere onesti e corretti. Mi dispiace, non volevo, non me la sono andata a cercare. E’ stata una cosa spontanea, come una margherita selvatica che nasce spontaneamente in un prato. E diventava ogni giorno più forte. Io volevo resistere, ma è stato qualcosa che andava oltre la mia volontà. E sappiamo tutti e due che in queste cose la volontà c’entra poco.

E’ una persona che non conosci, una persona che vedo spesso. Ho tentato di fuggire, ho giurato di evitarlo, di nascondermi in un posto dove poter sparire, dissolvermi, ma era sempre davanti a me. Poi ho scoperto che era così anche per lui. Credimi, è stato come una fusione nucleare. Ed è stata una cosa inevitabile. Doveva andare così. Lo so che per te è un colpo, ma credimi, non conosco altri modi per dirtelo che questo e, anche se ci fossero, la sostanza non cambierebbe.

Devo andare adesso, Agostino, devo partire. E’ l’unica cosa da fare , l’unica cosa giusta da fare, l’unica cosa possibile. Ho già preparatola borsa. Non cercarmi, non mi troveresti. Mi farò sentire io. E spero che un giorno riusciremo ad essere amici, lo spero tanto. E ricordati che ti voglio e che ti vorrò sempre bene.

5

- Stronzate, tutte stronzate! – disse ad alta voce il commissario gettando il foglio sulla scrivania, con un gesto di stizza. Il foglio era la lettera dell’avvocato, il legale di sua moglie. Sua moglie avrebbe chiesto il divorzio, quello era il senso. Poteva almeno risparmiarsi di mandarla in commissariato, poteva almeno spedirgliela a casa. Che, per caso le faceva schifo spedirgliela a casa? A tanto era giunto il suo senso di estraneità da lui, da quello che una volta era suo marito e che legalmente lo era ancora? La lettera parlava di alimenti, di usufrutto della casa, cose senza senso. Senza senso non perché fosse stata lei ad andarsene e sparti (la parola la pensò in siciliano) si permetteva di chiedere questo e quello, ma perché lui la amava ancora, nonostante tutto. E tutto il resto gli sembrava un’inutile recita, inutile teatro. Gli venne in mente che le donne abbandonate piangono, si strappano i capelli, soffrano intensamente, ma poi trovano sempre il modo di risollevarsi quasi subito e non ci mettono niente a trovare un rimpiazzo. Le donne possono fare a meno degli uomini. Ma gli uomini, no. Quando amano e vengono lasciati, il loro dolore è silenzioso, e dura anni, come un macigno poggiato sul cuore. E lui sentiva proprio questo, sentiva di amarla come il primo giorno. Se lei gli avesse detto: “Torno da te” lui le avrebbe detto “Si, Torna, ti prego”. Avrebbe dimenticato tutto, il tradimento e l’abbandono e l’avrebbe riaccolta a braccia aperte, come se non fosse successo niente. Ma sapeva che così non sarebbe accaduto. Sua moglie si era trasferita a Piacenza dove conviveva con il suo uomo in attesa di regolarizzare la sua situazione davanti alla legge e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo. Risoluta e testarda lo era sempre stata. Francesca.