Sua madre rispose al quarto squillo.

- Ciao, mamma. Stai bene?

- Tiro avanti e tu?

- E papà?

- Non c’è, è andato a pesca, ormai trascorre più tempo sulla spiaggia che a casa. Dice che gli metto tristezza, capisci? Dopo quarant’anni di matrimonio non mi può più soffrire.

Dario la bloccò prima che iniziasse la solita tiritera.

- Mamma, avevo chiamato solo per salutarti. E volevo domandarti – gli era venuto in mente in quel momento - se posso venire a pranzo domani.

- Certo, tesoro – la donna si ravvivò – puoi venire tutte le volte che vuoi. Mi fa così piacere. E tuo padre rimarrà a casa, te lo prometto.

- Bene, ci vediamo domani, salutamelo. Eh mamma… vi voglio bene.

Non si sentiva più tanto solo quando depose la cornetta.

Carmen gli sorrise sulla soglia di casa, però se ne pentì notando la sua espressione.

- Che ci fai qui? – l’aggredì Dario.

- Ero preoccupata. Sono giorni che non vieni alla trattoria. E la libreria è chiusa.

- Non è che abbia avuto molta voglia di andarmene a spasso ultimamente. E non mi va di vedere nessuno.

- Mi dispiace e che so quello che stai passando e allora…

- E allora cosa? Pensi che bastano due tue moine per farmi sentire meglio?

- Non volevo disturbarti…

Dario le sorrise stentatamente.

- Scusami tu, sono un mostro.

La invitò ad accomodarsi.

- Sono un idiota. Sto male e me la prendo con chiunque. Ci sono stati cambiamenti che non hanno portato a nulla.

- Forse è meglio che mi spieghi da principio.

Dario cominciò e finì quasi subito.

- Tutto qui – concluse.

- Ma no, aspetta. Basta seguire il ragazzino per scovare quell’uomo.

- Questo vuol dire dover stare fermi in attesa del prossimo omicidio.

- No, non è quello che intendevo. Certo che sembra una storia senza uscita.

- Voglio scovarla io quest’uscita. Ho preso un appuntamento con il medico che si è occupato del cuore di Piero.

- Quindi sa chi l’ha ricevuto?

- Non ne sono sicuro, e poi non credo che diano certe informazioni neppure ai parenti stretti. Io all’epoca mi ricordo che mi dissero che il suo cuore era destinato a un’altra città, ma io ero troppo sconvolto per soffermarmici. Per amore della verità ti confesso che non me ne fregava niente.

- È logico, dopo quella perdita..

- Mi accompagni?

- Sì, volentieri.

Il dottore li ricevette senza far far loro anticamera.

- Signor Fortini, che piacere rivederla. Come stanno i suoi genitori?

- Bene, grazie.

Si strinsero la mano. Dario gli presentò Carmen.

- Sedetevi, prego. Qual è il problema?

Dario si era preparato un discorso, dei pretesti che lui riteneva convincenti, soltanto che adesso davanti al medico, non gli parevano più tali.

Carmen intervenne.

- Dario e io volevamo soltanto capire se gli organi di suo fratello erano davvero serviti a qualcosa, se delle persone si erano salvate.

- Mi ricordo perfettamente signor Fortini che suo fratello era in ottime condizioni fisiche e che è stato un eccellente donatore. Ma sinceramente non comprendo come mai dopo due anni viene a farmi una richiesta simile, in genere sono i beneficiari che vogliono conoscere il nome del loro benefattore e non il contrario. Be’, ogni tanto capita, di solito le madri… Comunque, non sono informazioni alla portata di chiunque.

- Io sono suo fratello e…. – sbottò Dario.

- E cosa, signor Fortini? Cosa vuole sapere? Io ho ricevuto un fax dove mi segnalavano dove erano necessari gli organi, però non posso darle i nomi degli ospedali, tanto meno di chi ne ha usufruito, e anche se li conoscesse che cambierebbe? Davvero, non capisco dove vuole arrivare!

- È importante, mi creda! Ci sono stati degli sviluppi inaspettati, una persona che afferma di avere il cuore di mio fratello mi sta facendo impazzire.

- Mi rincresce. Come fa a essere così sicuro che questa persona non stia mentendo? Come sarebbe risalito a lei?

- Tramite computer. E uno che li sa usare.

- Ma cosa pretende da lei? Dovrebbe essere riconoscente alla vostra famiglia.

- In un certo senso lo è. Non posso parlargliene. Gli abbiamo dato l’opportunità di realizzare ciò che desiderava fare da tempo e che il suo cattivo stato di salute gli impediva.

- Ci vuole parecchio per riprendersi da un trapianto, ma due anni sono sufficienti.

- Sarebbe dovuto morire! – strillò Dario.

- Signor Fortini, lei inizia a preoccuparmi, sta bene? So che ha dovuto elaborare il lutto e so della separazione da sua moglie, ma lei non è in grado di controllarsi…