Raggiunsero il maresciallo che parlottava con un uomo con una tuta bianca (sembrava un addetto alla disinfestazione), ma quando vide Paolo, lo allontanò con un gesto della mano e si avvicinò. Dopo essersi presentato in qualità di responsabile delle indagini, venne aggredito dalle domande di Paolo.

«Stia calmo.»

«Ma mia moglie! Come sta? Dov’è?» chiese di nuovo Paolo. Oramai temeva il peggio.

«C’è stato un tentativo di furto. In casa sua...» cominciò il maresciallo.

Paolo scoppiò a piangere e il maresciallo mandò il carabiniere biondo a chiedere un po’ d’acqua e zucchero da qualche vicino. Il volto pallido come un cencio di Paolo gli faceva temere un imminente collasso.

Paolo, però, smise di piangere e si asciugò le lacrime con un fazzoletto stropicciato. Guardò supplichevole il carabinieri e piagnucolò: «È morta, vero? Voglio vederla!»

«Non si preoccupi, sua moglie sta bene. È in caserma.»

L’impiegato lo guardò stupito e forse spaventato: «Co… cosa?»

Il maresciallo gli lanciò una lunghissima occhiata. «Sua moglie è stata arrestata. Omicidio. Ha ucciso un ladro che era entrato in casa. Ha dichiarato che si era spacciato per lei.»

«Uh?»

«A quanto ci ha raccontato sua moglie, il ladro ha suonato al citofono e sua moglie, credendo che fosse lei, ha aperto.»

«E l’avete arrestata?» Paolo interruppe il carabiniere, il volto una maschera di stupore. «Avete arrestato mia moglie? Che ha ucciso un ladro per difendere la propria casa?» Scoppiò a ridere. «Voi… voi volete scherzare!» concluse Paolo, riprendendo un po’ di colore.

«Nessuno scherzo, purtroppo.» ribatté il maresciallo. Poveraccio, è colpa dello shock, si disse. Aspetta che gli dica il resto…

Paolo lo scrutò combattivo: «Sono accuse stupide. Il ladro era armato?»

«Aveva una pistola…»

«Ecco, visto? Difesa personale!»

«…giocattolo.»

«Era nella nostra proprietà!»

Il maresciallo sbottò: «Signor Paolo, potrebbe stare un attimo zitto?»

Paolo ammutolì immediatamente.

«Allora, se adesso mi fa la cortesia di ascoltarmi; sua moglie ci ha chiamati dicendo di aver ucciso un ladro che voleva entrare in casa. Solo che lei, quando lo ha ucciso, non sapeva che fosse un ladro. Mi ha capito?»

Paolo fece cenno di sì con la testa.

«Ha confessato che voleva uccidere lei.» E il carabiniere puntò un indice sul petto di Paolo. «Voleva uccidere suo marito, poiché – a suo dire – la tradiva con un’altra.»

«Cosa?!» punto sul vivo Paolo non seppe resistere. «Non è vero! Non ho un’altra!»

Il maresciallo alzò le spalle. «Sua moglie ha detto così. Sapeva che lei ha un’amante e, accecata dall’ira, ha tentato di ucciderla. Con un’accetta, sulla testa.»

«Un’accetta?»

«Già. Dice di averla presa dalla legnaia.» specificò il maresciallo.

«Mio Dio.»

«Quando si è accorta che l’uomo che aveva ucciso non era lei, ha chiamato il 112 in lacrime. Era incredula e sotto shock.»

«Non è possibile! Valeria, lei… lei voleva…»

«Mi dispiace.» disse il maresciallo.

«Ma, ma come… come si è accorta… cioè, da cosa ha capito che io… ho un’altra?» chiese Paolo, incespicando sulle parole.

«Non l’ha detto. Ha voluto che la portassimo in caserma per stendere una piena confessione.» il maresciallo accennò un debole sorriso. «Un altro, un poco di buono, mi creda, si è trovato al posto suo. Può ritenersi fortunato, signore.»

«Pronto?»

«Amore!»

«Giuliana! Quante volte devo dirti di non chiamarmi a casa?»

«Ma…»

«Potrebbero scoprire tutto!»

«Ma Paolo, ero in pensiero per te!»

«Cosa?»

«Alla televisione ho visto casa tua. E c’erano i carabinieri…»

«Sì, se ne sono appena andati.»

«Ma cosa è successo? Stai bene, vero?»

«Già, sì.»

«Paolo? Che ti succede?Amore?»

«Niente, niente… è solo che il maresciallo mi ha detto…»

«Amore?»

«Sì, sì! Un attimo!»

«Non arrabbiarti…»

«Non mi sto arrabbiando!»

«Amore mio, che cosa è successo?»

«Quella stronza!»

«Cosa?!?»

«No, non a te, Giuliana! Valeria… mia moglie, quella stronza ha cercato di uccidermi perché… sapeva tutto! Di noi due!»

«Sapeva tutto? Voleva ucciderti?»

«Così ha detto hai carabinieri. Voleva uccidere me, ma per sbaglio ha colpito un ladro che si era intrufolato in casa. Con un’accetta, nella testa!»

«Ommioddio! Amore?»

«Sì?»

«Mi ami ancora?»

«Giuliana, certo che ti amo! Anche se non potremo rivederci, penso.»

«Come?»

«No, non piangere… Dai, Giuliana, smettila!»

«Tu vuoi lasciarmi!»