Lui domandava sempre alla donna se fosse stata da qualche parte … Se si fosse allontanata da casa per un po’… Ma lei gli assicurava che per tutto il tempo era stata lì.
Eppure, lui non le credeva. Era sicuro che ogni venerdì la donna uscisse di casa dopo di lui, si assentasse per diverse ore, e rincasasse prima del suo ritorno; e la canina rimasta sola, in preda alla sua devastante paura, incominciasse perciò a scavare.
Certo poteva anche sbagliarsi, poteva trattarsi solo di una sua assurda convinzione, di una sua fissazione... Sua moglie poteva benissimo non essersi mai mossa di casa e il cane poteva aver scavato quelle buche per tutta una serie di ragioni che non avevano niente a che spartire con la sua presenza o meno in casa.
Come ho detto prima, vai a sapere cosa passa per la testa di un cane”.
Per un momento si assenta perdendosi nei suoi pensieri, poi torna a rivolgersi a me con tono colloquiale.
“ Un quesito interessante, non trova?”.
Asserisco che è così.
“Ecco, se lei fosse stato al posto suo… al posto di questo mio amico, intendo, a chi avrebbe dato credito: alla moglie tanto bella, o alla canina tanto sensibile?”.
Intuisco che la domanda è tutt’altro che oziosa e rispondo cercando di compromettermi il meno possibile.
“Non saprei, ma immagino che il suo amico abbia comunque trovato da solo la sua risposta…”.
“O sì, di recente, l’ha trovata. – Inghiotte a vuoto e riprende. – Sa, qualche bello spirito deve aver detto che il successo del giallo è spiegabile con il piacere che si prova nel partecipare con l’immaginazione alla trasgressione del codice morale, dal gioco che si fa nel calarsi per un attimo nei panni del criminale, per potersi poi ritrarre sdegnati dietro le rassicuranti sponde della legalità e dei radicati principi morali nel momento in cui la tempesta della giustizia sta per abbattersi su di lui… Tutto ciò dovrebbe essere catartico ed educativo… Ma nella vita reale non è così semplice, e le assicuro che non vi è niente né di catartico né di educativo nel delinquere… Ma, naturalmente, è tanto per dire…”.
“Naturalmente”.
E con questo conclude. Dopo un po’ si alza dalla panchina spiegandomi che purtroppo deve andare e che si augura di rivedermi al più presto. Mi sembra turbato. Anch’io lo saluto dicendogli che mi auguro di rincontrarlo presto, ma ne dubito, dopodiché mi saluta con una certa cerimoniosità e si allontana salutandomi con ampi gesti della mano.
Be’, è stata una storia interessante dopotutto, è un vero peccato che non me ne abbia raccontata il finale, ma il racconto giallo, ha regole precise da rispettare, regole che non possono essere elise; di cui la fondamentale è che vi deve essere almeno un morto. Nessun delitto minore è sufficiente. Nessuno!
Rimango seduto sulla panchina ancora un po’, quasi aspettandomi di veder passare una mezza cockerina rossa e con lunghe orecchie penzolanti che corre tutta trafelata di qua e di là alla ricerca del proprio padrone, ma per quanto mi sforzi di cercarla con lo sguardo, non mi pare di scorgerla.
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