Con questa recensione cominciamo a rimediare a una grave mancanza per un magazine come il nostro, e cioè parlare dell'opera di Giorgio Scerbanenco, per chi non lo sapesse, uno dei papà del noir italiano.
Al centro della trama di questo grande e spietato romanzo c'è Matilde Crescenzaghi, fragile maestrina orribilemte massacrata nell'aula della scuola serale dove insegnava. E gli alunni? I ragazzi del massacro non sanno niente, non hanno fatto niente, anzi, a Duca Lamberti (personaggio seriale dello scrittore meneghino, poliziotto ed ex medico) dichiarano sempre di non aver visto nulla o di non ricordare.
Poi c'è una Milano così crepuscolare e nebbiosa da fare invidia a Jack lo Squartatore.
Un tema così scabroso è affrontato con una perizia chirurgica. Stesso discorso "da sala operatoria" per la psicologia e le motivazioni dei personaggi, per la descrizione sociologica. E si tenga presente che negli anni sessanta gli editori italiani tagliavano anche le parolacce, per quanto avessero finalità caratterizzanti.
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