Stefano Fares è un autore esordiente e con il romanzo Sangue Estraneo, pubblicato dalla casa editrice Sassoscritto, si affaccia al mondo della scrittura e si confronta con un genere che, seppur molto gettonato in questo momento, è posto al forte giudizio da parte del pubblico.

Ma Sangue Estraneo, purtroppo, non passa l'esame. Il libro risente di grosse lacune tipiche di molte opere prime, del tutto comprensibili, ma soprattutto manca del ritmo e dello spessore adeguati per poter lasciare il segno.

Un serial killer insanguina la città di Brescia, uccidendo e sfigurando donne sole nel loro appartamento. Sul luogo del delitto strani messaggi scritti col sangue delle vittime. Contemporaneamente la città è sconvolta anche da una guerra mafiosa tra cinesi e siciliani. Le vicende sono in qualche modo collegate? I poliziotti Paola e Sergio indagano sul caso, che si rivela più complicato del previsto.

Gli elementi ci sono tutti: morti ammazzati, indagini, poliziotti, criminali, misteri da risolvere, ma il libro si rivela un perfetto contenitore, privo però di un contenuto solido e profondo. La trama non appassiona, non emoziona, non comunica, per quanto i temi trattati siano forti e a tratti crudi. Non si crea un ritmo narrativo che permette di coinvolgere il lettore, di immergerlo e inglobarlo nella vicenda. Anche il finale, con la risoluzione della vicenda, è scontato e soprattutto piatto. Non si arriva alla giusta tensione, non si creano il pathos e l'attesa adatti, il lettore non viene condotto per mano verso la scoperta della verità, ma ci arriva in modo piuttosto statico e freddo.

Inoltre alcuni elementi restano in sospeso, non si capiscono alcune scelte e non viene approfondito l'aspetto psicologico dei personaggi e le loro storie personali. Anche in questo caso i protagonisti sono degli involucri, che restano però piuttosto bidimensionali, non assumono la complessità e la rotondità di personaggi completi, vivi.

Per tutti questi motivi Sangue Estraneo resta un romanzo banale e piatto, che si inserisce nel panorama della grande offerta editoriale del momento, ma che non ha alcuna caratteristica per lasciare il segno.