Quando il Bersaglio varcò la porta con la scritta Gentlemen, Eddie contò mentalmente fino a trenta mentre finiva di sorseggiare la sua coca. Attraversò il bar, fendendo la cortina di risate, voci a tutto volume e musica soul distorta. Si infilò nelle toilette. Si accostò a uno degli orinatoi, ignorando il sentore acre del disinfettante. Finse di aprire la cerniera.

Una delle due porte si aprì. Ne uscì un nero magro, treccine rasta e giacca leopardata. Un testimone che non cagherà nessuno, pensò Eddie, la testa china come se fosse intento a rimirarsi l’uccello. Il nero uscì senza degnarlo di un’occhiata. Eddie ruotò la maniglia in modo da bloccarla dall’interno. Tornò davanti all’orinatoio.

Lo scroscio dello sciacquone.

Cinque secondi dopo, la porta dell’altro gabinetto si aprì e ne uscì il Bersaglio. Eddie aprì il giubbotto. Davanti al lavabo, il Bersaglio prese a sciacquarsi le mani con cura. Il frastuono del bar penetrava nella toilette come una tagliente lama sonora. Eddie trasse un respiro profondo. Il Bersaglio si spostò davanti al box metallico con l’asciugamano a rotolo. Cominciò ad asciugarsi le mani con la stessa cura impiegata nel lavarle. Eddie finse di chiudere la zip e si diresse alla porta di uscita. L’altro passava e ripassava le mani nel tessuto ormai umido.

Eddie sfoderò la pistola con la destra, ruotò su se stesso di centottanta gradi, rafforzò la presa con la sinistra e tirò d’istinto.

Una volta. Due.

Il silenziatore smorzò l’urlo delle detonazioni.

Il Bersaglio fu spinto contro la parete, poi si abbatté sul pavimento umido e sudicio.

Di colpo sangue, sulla giacca, sullo specchio, sul lavabo. Eddie fece un rapido passo avanti. Questione di secondi. Puntò l’arma verso il basso. Il colpo di grazia era una necessità, non una crudeltà. Finire il lavoro, questo era.

Il Bersaglio era rimasto con le mani aggrappate all’asciugamano. Il tessuto si era srotolato senza strapparsi, il bianco striato di rosso.

E un getto di sangue anche sul box degli asciugamani.

Come una linea di penna rossa sul metallo bianco.

Gli occhi di Eddie la seguirono, in automatico. Sopra, nell’angolo destro, un marchio con una parola

MAGNUM

e sotto, al centro, in nitido stampatello

T i r a r e c o n d u e m a n i

Eddie afferrò d’istinto, con la sinistra, la destra che reggeva la Magnum.

Poi si vide nello specchio. E di colpo fu assalito da una incontenibile voglia di ridere.

Quando si spalancò la porta della toilette, la pistola nelle mani di Eddie vibrava ancora, al ritmo di una lunga, irrefrenabile risata.

I due agenti di pattuglia, invece, non avevano alcuna voglia di ridere.

Nessuno, dopo, mise in dubbio la legittima difesa.