L'ora blu di Gianfranco nerozzi e Andrea Cotti (Aliberti editore, 2006).
Alla fine della notte. Dopo il tragico decesso della loro figlioletta di appena sei mesi, misteriosamente soffocata nel sonno, i coniugi Bandini decidono di intraprendere una sorta di percorso riparatore, seguendo lo stesso itinerario del loro viaggio di nozze.
In quella frazione di secondo che per i Bandini è diventata infinita, li sta
aspettando al varco il Carbonaio, l'uomo nero delle credenze popolari, il signore di tutti gli spiriti del buio, colui che striscia oltre la superficie degli specchi, nell'infinito degli spazi scuri.
Dal poeta del brivido Gianfranco Nerozzi, una storia dura, laustrofobica, senza via d'uscita, dove le illusioni e le speranze si perdono dentro una sconsolante impossibilità ad esistere.
Il posto buio. In un paesino sperduto sull'appennino tosco emiliano, avviene un delitto inspiegabile: il pediatra del posto uccide a fucilate la madre e la cognata.
Il figlio di otto anni di quest'ultima risulta misteriosamente scomparso.
Nella casa dell'assassino tutti gli specchi sono rotti e gli orologi sembrano essersi fermati alle 5 e 50, l'ora che precede il sorgere del sole.
Polizia e carabinieri iniziano ad indagare in una lotta spasmodica contro il tempo. Ma cosa lega questa oscura faccenda di ordinaria follia a una sorta di epidemica insonnia che pare aver colpito gli alunni della terza elementare? Perché alcuni neonati sono deceduti per una sindrome di morte improvvisa nella culla? Che significato ha il disegno ricorrente che sembra ossessionare molti bambini del paese: un mostro informe costituito da grappoli di teste di neonati.
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