"La realtà è solo un effetto prodotto dalla mancanza d'alcol" - Jack Nicholson
Mel Gibson è stato accusato di guida ad alta velocità in stato di ebbrezza e ha patteggiato la condizionale.
Fermato per eccesso di velocità, l'estate scorsa, completamente ubriaco sulla Pacific Coast Highway di Malibù, Gibson aveva peggiorato la sua situazione insultando gli agenti e lasciandosi andare a una serie di imprecazioni.
La sentenza: tre anni di reclusione trasformati in una multa di 1300 dollari, il ritiro della patente per tre mesi, quasi un anno di terapia presso un centro per alcolisti anonimi e uno spot antialcol che andrà in onda sulle tv americane.
Robin Williams è entrato in un centro per combattere la dipendenza dall'alcol. Si è ritirato in una struttura specialistica. Si parla di una clinica in Oregon che segue il celebre programma di disintossicazione Hazelden. Mara Buxbaum, portavoce dell'attore, ha diffuso una nota secondo la quale Williams "dopo 20 anni di sobrietà si è trovato di nuovo a bere e ha deciso di prendere misure attive per far fronte al problema, per il suo bene e per quello della sua famiglia". Ricordiamo che Robin Williams era stretto amico di John Belushi e conduceva una vita spericolata come l'attore morto in circostanze ancora non del tutto chiarite, ma sicuramente dovte all'eccesso di alcol e droghe. In quell'occasione Robin Williams era rimasto sconvolto perché temeva di finire alla stessa maniera.
La storia del cinema è costellata di personaggi dediti all'alcol. Ricordiamo William Holden, John Belushi, Mickey Rourke, Richard Burton. Soprattutto nel campo del cinema ogni tanto qualche attore è costretto a sparire dalla circolazione per rimettersi in sesto. Nella letteratura ricordiamo scrittori come Cornell Woolrich, Dashiell Hammett, Raymond Chandler, David Goodis, Jim Thompson, Edgar Allan Poe, Jack London... tutti dediti all'alcol e minati dalla sua presenza nella loro vita. Bere alcol fa molto noir. Quasi tutti i detective hardboiled buttano giù litri e litri di alcol prima che il romanzo finisca. Ma in realtà non è così. Charles Bukowski è stato a suo modo fortunato. Tutto è bene quando finisce bene, ma l'alcol non è facilmente domabile e soprattutto non scherza. Lentamente corrode l'organismo e bene che vada fa passare una brutta vecchiaia (sempre che ci si arrivi) a chi ne abusa in maniera spavalda.
L'alcol è una malattia e come tale va curata, ma chi non capisce questo e non riconosce di essere malato, quando esagera col bere costantemente (l'alcol genera dipendenza) non sempre fa una bella fine. Gli organi interni si deteriorano, il fegato e l'esofago non reggono il ritmo di afflusso dell'alcol e il suo smaltimento, ma anche i reni, la trachea, il colon. La mente soprattutto perde cellule che non si rigenerano. L'alcol è un vero e proprio killer che va fermato con il ricovero e una sana presa di coscienza del problema, altrimenti porta alla malattia se non spinge prima ad atti violenti o incontrollati che portano a rischiare la propria vita e quella degli altri.
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