Di ritorno da una cena con amici, Tun e Jane investono una giovane donna. Impauriti, anziché soccorrerla i due fuggono. Da quel momento il fantasma della donna inizia a perseguitarli...

 

Realtà e sua riproduzione mediata da dispositivi “non umani” (riproduzione fedele o meno resta da stabilire…). Binomio che ha funzionato in Ringu (una videocassetta) e sul quale ora ricamano i tailandesi Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom con questo Shutter (ossia “otturatore”, nella fattispecie quello delle macchine fotografiche).

Dopo Antonioni (la fotografia, che sembra deputata alla riproduzione della realtà con un alto grado di fedeltà, manca clamorosamente al suo scopo visto che il cadavere appare e scompare…), non rimane altro da fare che spostare più in là il punto di approdo. Stavolta l’apparecchio fotografico non si limita a catturare la realtà senza inganni, ma vi aggiunge qualcosa di non percepibile ad occhio nudo, ossia una svariata quantità di “presenze” che fanno capolino dietro i vivi.

Gran parte del film si muove su questo terreno con una costruzione della tensione affidata soprattutto al fuori campo (ne basta uno per far piazza pulita di tutti quelli presenti in Chiamata da uno sconosciuto...), e al “fuori vista”.

Quello che resta ha a che fare con la presenza di un massicio senso di colpa, un disagio con il quale appare impossibile giungere a patti. È un peso che schiaccia (letteralmente…), e sarà allora per questo che l’ultima immagine del film, capace di spiegare in un istante il perché di certi dolori e di un certo “peso” incongruo, appare particolarmente riuscita, al punto da lasciare completamente soddisfatto l’occhio (e in definitiva anche la mente...).

 

La didascalia posta alla fine ringrazia tutti coloro che hanno prestato le fotografie che si vedono scorrere lungo il film (e che ritraggono invariabilmente “presenze” misteriose...), fotografie, viene specificato, da considerarsi come originali (non artefatte insomma), il che sembra stabilire la superiorità dell’occhio meccanico su quello umano.