A una intervista a Steve Berry avevo fatto un pensiero già l’anno scorso, non appena finito di leggere Il Terzo Segreto. Un romanzo, ambientato prettamente in Vaticano, che mi aveva decisamente convinto. Per più ragioni.
Il Terzo Segreto è stato un best seller in svariati paesi, oltre che in madrepatria. I lettori italiani lo hanno accolto con favore, riconoscendovi le qualità di un thriller che si stacca dagli altri di genere similare, compresi quelli altrettanto ben scritti. Merito pure dell’atteggiamento dell’autore riguardo la distinzione tra religione e fede.
Steve Berry è stato in Italia nei primi giorni di luglio, contestualmente all’uscita del suo nuovo romanzo, L’ultima cospirazione (The Templar Legacy), sul mercato italiano.
Ho colto l’occasione, ovviamente.
Statura media, occhi d’un verde brillante e magnetico, Berry si presenta con un bel sorriso cordiale. Amichevoli sono anche i modi. Inizialmente misurato nell’approccio, ben presto si rilassa, la sua gentilezza si tramuta in una affabilità che cattura. Quando poi si mette a raccontare delle ricerche che fanno da base ai suoi romanzi, il suo tono si fa sempre più entusiastico e appassionato. Coinvolto e coinvolgente.
Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Innanzi tutto, Steve: benvenuto a ThrillerMagazine e in Italia!
Grazie a lei per avermi invitato su ThrillerMagazine e avermi concesso il suo tempo.
Il Terzo Segreto (The Third Secret) è diventato un best seller a livello internazionale. Ha avuto un’ottima – e, aggiungo a titolo personale, meritata - accoglienza anche in Italia. Il suo editore italiano, la Nord, propone ora ai lettori il suo nuovo thriller: L’ultima cospirazione.
Parto da una domanda scontata ma indispensabile, che “sicuramente” le verrà formulata da qualcuno tra i lettori e i giornalisti che parteciperanno agli incontri di presentazione di Milano e Roma. Perché ha scelto di scrivere un romanzo sui Templari?
E perché no? I Templari sono stati l'organizzazione religiosa più grande della loro epoca, o forse di tutti i tempi. Erano intelligenti, creativi, industriosi e misteriosi. E si sono estinti nell'arco di una giornata. Quindi costituiscono il materiale perfetto per un romanzo, soprattutto per uno come me che ama scrivere romanzi basati su fatti realmente accaduti. In America questo genere si chiama "Fact Field Fiction", cioè romanzi basati su fatti veri. Non che mi piaccia molto questa etichetta, ma la trovo migliore di quella usata prima, cioè "Teo-Fiction", ossia romanzi teologici.
"L’ultima cospirazione" non prende spunto “solo” dai segreti dei Templari, però. Vi sono affrontati anche altri temi storici e teologici: la Sacra Sindone, la resurrezione di Cristo, le contraddizioni presenti nei Quattro Vangeli, gli apocrifi, in particolare quello di Tommaso…
Tutte queste tematiche sono molto importanti ai fini della trama. La ricerca non è stata difficile, perché ci sono centinaia di libri su questi argomenti; la parte difficile è gestire tutte le contraddizioni che si riscontrano confrontando questi testi, e tentare di trovare delle coerenze. Sono tematiche affascinanti, pongono interrogativi che la stragrande maggioranza delle persone non ha mai affrontato, e le possibili risposte sono ottimi argomenti per un romanzo.
Come già nel "Terzo Segreto", anche in questo nuovo lavoro va apprezzato il modo in cui lei affronta senza timori o remore (assumendo peraltro posizioni progressiste) temi scottanti che riguardano il cristianesimo (e non solo), riuscendo però nel contempo a dimostrarsi rispettoso della fede in sé. Nell’approcciare la materia in modo pragmatico, razionale, motivato, a tratti persino critico, su ciò che una religione (opera di uomini) è, lascia intatto il valore di quello che può rappresentare, per chi sia credente, una fede. Quale essa sia. Questo, a grandi linee. Mi corregga se sbaglio.
È vero, ed è una cosa che ho fatto intenzionalmente. Sia Il terzo segreto che L'ultima cospirazione parlano della linea di demarcazione, molto labile, tra religione e fede. Entrambi portano un messaggio positivo riguardo alla fede, ma non così per la religione.
“Ci ha servito bene, questo mito di Cristo.” Purtroppo, non sono parole di un romanziere contemporaneo…
Sì, è vero, e questo rende tale affermazione ancora più incredibile. Leone X è stato probabilmente il papa più corrotto della storia, e le sue parole devono essere colte in quel contesto. Certo, è anche vero che si trattava del capo della Chiesa Cattolica Romana. Comunque per me questa citazione è stata fonte di grande stimolo.
Senza nulla togliere alla spettacolarità di molti thriller di simile contenuto in circolazione, capaci di portare l’azione a ritmi e scenografie cinematografiche ai limiti della plausibilità, e a superarli spesso con l’entusiasmo del romanziere evasivo, nell’Ultima Cospirazione i Templari moderni non sono radicati nelle trame del potere internazionale in modo invasivo e condizionante, non hanno a loro disposizione risorse economiche infinite, tecnologie fantascientifiche, schiere di sicari addestrati al ninjutsu, ecc… Lei è stato molto attento a presentarli con plausibilità, senza per questo rinunciare alle dovute scene d’azione e scontri a fuoco.
Ho cercato di mostrare i Templari così com'erano realmente dal punto di vista storico. Studiando la loro Regola, per esempio, apprendiamo che non potevano farsi il bagno né farsi crescere i capelli (ma potevano tenere la barba incolta), dormivano vestiti e con le luci accese, ed era loro vietato cacciare, giocare e fare scommesse. Dall'altro lato, trattandosi di un thriller, le scene d'azione erano necessarie. Trovare un equilibrio tra questi due aspetti è stato arduo, quindi apprezzo molto la sua osservazione.
Ritiene ci sia ancora spazio per nuovi thriller teologici? E ancora: perché, a suo avviso, questa intrigante formula narrativa, che pure non è nuova, ha attecchito in modo così radicale nei lettori d’inizio millennio? Può essere davvero solo un effetto Codice Da Vinci, che ha catalizzato una… “moda”? Oppure, si tratta piuttosto della conseguenza di condizioni preesistenti di mercato e della capacità di alcuni sagaci autori ed editori d’intuire una viva propensione d’interesse nei lettori?
Ormai non si può continuare a rimpastare e riproporre quello che abbiamo già scritto, perciò, secondo me, in questo genere narrativo potrebbe trovare posto solo un'idea davvero nuova, senza precedenti. Il Codice da Vinci è l'unico responsabile ad avere restituito vitalità ad un genere che si era spento. Certo, ci dev'essere dietro anche un lavoro editoriale, ma è stato il successo di questo libro ad avere creato il fenomeno letterario.
Lei ama viaggiare. Quanto è importante il viaggio per l’Uomo? Quanto per lo Scrittore?
È essenziale per entrambi. Per lo scrittore, alimenta le idee ed è una sorta di deposito nella banca della mia immaginazione; quando si scrive, infatti, si preleva da quel conto e viaggiare permette di alimentarlo nuovamente. A livello personale, poi, mi ricorda che c'è un mondo sconfinato che è molto diverso da quello certo più limitato in cui vivo.
Dopo "Il Terzo Segreto", anche "L’ultima cospirazione" si è guadagnato i primi posti nelle classifiche dei best sellers. Lei è stato tradotto in quindici lingue differenti, pubblicato in 29 paesi. Una bella soddisfazione. Trovarsi proiettato al top è indubbiamente gratificante, oltre che motivante, ma anche le aspettative dei lettori crescono. La ricetta “Berry” per vincere questa sfida?
Dedicare tanto tempo alla ricerca, in modo da non commettere errori. Mi spiego meglio: di errori, naturalmente, ne ho fatti anch'io, ma si tratta di errori onesti, errori veri, non dovuti a mancanza di documentazione. Per il libro che uscirà nel 2007 in America, ad esempio, sono andato a Lisbona perché dovevo verificare una cosa. Per lo stesso motivo, ma per il libro del 2008, quest'anno tornerò in Italia in autunno.
E’ già previsto che "The Amber Room" e "The Romanov Prophecy", i suoi primi due romanzi, vengano tradotti in Italia?
Per ora so che The Romanov Prophecy sarà pubblicato in Italia nei primi mesi del 2007.
Siamo in chiusura d’intervista, ancora il tempo per un paio di punti riguardo "L’ultima cospirazione". Mi ha colpito favorevolmente la scelta di affiancare a Cotton Malone, il protagonista principale, una figura come quella di Stephanie Nelle: donna abituata al posto di comando, in carriera, energica, prossima alla sessantina, ma che sa di aver commesso errori nella sua vita familiare. Insomma, non la solita tipa, più o meno giovane, ma comunque di immediata avvenenza. Beh, a dire il vero, poi spunta anche Cassiopea Vitt…
Stephanie è come tutti noi. Volevo un personaggio femminile forte, che avesse esperienza della vita e fosse conturbata. Nei prossimi tre romanzi la conosceremo meglio. E Cassiopea è l'altra faccia della medaglia: giovane, avventurosa, un po' spericolata, sfrontata. Anche lei tornerà nei prossimi tre libri, e soprattutto in quello che uscirà in America nel 2008 avremo molto da imparare sul suo conto.
E gli altri personaggi?
Il Siniscalco si chiama come il mio redattore, e ne L'ultima cospirazione a lui ho affidato il compito di cogliere di sorpresa il lettore. È attraverso il Siniscalco che apprendiamo che cosa sono stati i Templari. Il suo antagonista, il cattivo di turno - indispensabile in ogni libro - è Raymond de Roquefort, che rappresenta l'aspetto negativo dei Templari.
Al lettore attento non sfuggirà che alcuni attori de L'ultima cospirazione sono palesemente idonei a prestarsi ad un discorso di serialità. Non produco esempi, perché andrei inevitabilmente ad inficiare il thrilling del romanzo.
Ma il quesito glielo pongo comunque: Cotton Malone tornerà, è vero? E non sarà solo…
Come ho già anticipato, ci saranno, oltre a Cotton Malone, Stephanie Nelle e Cassiopea Witt. E anche Henrik Torvaldsen, il miliardario danese amico di Cotton. Un tipo che si trova spesso nei guai, e che è sempre un passo avanti agli altri. A volte sembra rappresentare anche il contrario di se stesso, perché magari compie un'azione positiva e poi si contraddice subito facendo qualcosa di negativo. Anche su di lui getterò più luce con i prossimi libri.
OK, Steve. La ringraziamo. In bocca al lupo per "L’ultima cospirazione". Ovviamente: è un arrivederci. Al prossimo libro!
Grazie a voi! E anch'io vi dico arrivederci!
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