Polizia! Non fare fesserie, posa il giocattolo…

Ha detto proprio così… giocattolo. Ma come diavolo…

Non hai neanche tolto il tappino rosso…

Cazzo, no! Ma come è possibile? Guardo la canna della pistola e il tappino, infatti, non c’è. Non c’è! Lo dicevo io, non sono mica scemo… Maledizione, era un bluff. Veniva avanti piano perché non sapeva se era vera o meno, ma ora, con la mia mossa geniale, gli ho tolto ogni dubbio.

E infatti vedo zio Fester con la camicia hawaiana caricarmi come un bisonte e a me resta poco da fare.

Appunto mentale: ricordarsi di ricordare se si è tolto il tappino alla pistola.

Gli tiro la pistola ormai inutile, mi strappo il passamontagna per non asfissiare correndo e mi fiondo verso l’uscita.

Giro l’angolo e sbatto in una vecchia con uno di quei maledetti trolley che mi arrota la caviglia, perdo per un attimo l’equilibrio, ma mi riprendo e punto dritto come un fuso verso la moto.

Spero che la vecchia sia fatale anche al pulotto, ma lui, elegantemente, l’aggira e imposta, infradito e tutto, un’andatura inesorabile da maratoneta, neanche fosse Dustin Hoffman nel film omonimo.

Ragazzi, che film… Ma non c’è tempo, devo correre.

Sono decisamente più veloce e mi viene quasi da ridere a pensare alla faccia che farà quando gli sfreccerò sul grugno con la moto. Solo che, se l’avessi parcheggiata più vicino, non sarebbe stato poi così male, dal momento che, da qui, sembra più un miraggio che un comodo mezzo di fuga.

Appunto mentale: parcheggiare nelle vicinanze e infischiarsene delle multe.

Bene o male, ci arrivo e comincio a mettere in moto.

Forse la ingolfo io nella fretta o forse è proprio una stronza lei, perché non vuole saperne e zio Fester sta arrivando con una faccia che è tutta un programma, mentre mi pare di sentire anche una sirena, sempre che non sia l’ictus che mi sta venendo per la tensione. La gente si ferma a guardare, mister Infradito urla ancora un fermo Polizia! e io lì, come un deficiente, a pestare sul pedale.

Niente.

Mi raggiunge e accade l’invitabile, quello che proprio non avrei voluto.

Odio la violenza fisica, perché è scomoda.

Parto con un destro micidiale…

Odio la violenza fisica, specialmente quando la subisco.

Lui, infatti, lo schiva e mi centra con una cartella tremenda sui denti.

Vado giù come un sacco insieme alla moto, mi sento immobilizzare in un lampo e mi accorgo pure che sto lacrimando.

Non piango, non è da me.

Il fatto è che lo sbirro, quando mi ha tirato la locomotiva che mi ha steso, mi ha scoppiato anche l’herpes e il bruciore mi fa uscire lacrime grosse come sassolini, che mi rigano il volto mentre ingoio il mio stesso sangue e Dio solo sa che altro. Sento un fischio tremendo accanto alla testa e vedo una gomma fermarsi simpaticamente a pochi centimetri dalla mia faccia. Puzza di freni bruciati: intanto paga il contribuente, no? Devono essere i colleghi del mago dell’Antirapine: saranno ormai abituati alle sue incredibili imprese, dev’essere una leggenda vivente. Lui, il maratoneta, è seduto sulla mia schiena e lo sento urlare, ansimando leggermente:

Calma! Calma! Sono un collega della Polfer…

Polfer?! Come sarebbe a dire, Polfer? Ma non stanno sui treni?

…di Pavia…

…come, Pavia! Ma che cazzo ci fa qui? Una soffiata a Pavia sulla mia rapina? Alla Polfer? Ma come è possibile?

…sono in licenza e stavo ritirando la pensione di mia madre…

…non posso crederci, non voglio crederci, anzi non lo voglio neanche più ascoltare, ma mi parla da sopra la schiena e non è semplice escludere l’audio!

…quando è entrato questo idiota con la pistola finta nell’ufficio postale. Ve lo regalo.

… che spirito gentile.

Mi ammanettano e mi tirano su di peso, agguantandomi da sotto le ascelle. Ora che li vedo in faccia, noto che hanno tutt’e due gli occhiali a specchio e mi viene troppo in mente la battuta del grandissimo Bob in “Prima di mezzanotte” : li comprate tutti nello stesso negozio o ve li fornisce direttamente la polizia?

Lascio perdere, non mi sembra il caso. Mi tengono la testa abbassata mentre mi caricano in auto, poi, zelanti, neanche fossero davvero in un film americano, cominciano pure a recitare i miei diritti. Li ho sentiti tante volte al cinema, non li ascolto neanche.

…ogni cosa che dirai potrà essere usata contro di te in tribunale…

Ma come faccio a raccontare e far usare contro di me in tribunale il fatto che sono un pirla che non ha creduto a un oroscopo?

E soprattutto: chi lo racconta, adesso, ai miei?