Il problema non è la fatica. E nemmeno l’odore di candeggina o lo stare piegate per la maggior parte del tempo. Il problema non sono le mani sempre in ammollo, con la pelle che prima diventa come di gomma e poi si secca e si taglia. Il problema non è nemmeno la lingua così diversa dalla sua. Una lingua fatta di parole morbide, brevi e lunghe, con frasi a trabocchetto e forme grammaticali complicate. Il problema non sono nemmeno i ricordi. Il suo paese non è un buon posto dove immaginarsi un futuro. E neanche un presente, se è per questo. E il passato è solo una serie di immagini sfrangiate e confuse. Spezzate. Fame, paura, freddo, rassegnazione. I giorni e le notti sempre uguali. L’odore di umido della stanza. No, nessun rimpianto.
Questo paese, l’Italia, non è male. La gente è distratta, a volte gentile, ma soprattutto distratta. Puoi far finta di non esistere, qui. Non è difficile. Basta pulire bene le scale, salutare quando ti salutano, essere puntuali.
Il problema non è la sveglia alle cinque tutte le mattine e l’appartamento in cui si sta in sette invece che tre come si dovrebbe. Il problema non sono gli odori degli altri. I rumori. La mancanza di un angolo tutto tuo.
Il problema è quest’uomo.
"Sei stanca?"
Sonja non risponde.
"Ti va di riposare un po’?"
Sonja non risponde.
"In portineria abbiamo un appartamento. Sai, il portinaio di prima ci abitava qui. Io, invece, ho una casa mia. Il lavoro e la famiglia devono stare separati."
Non capisce nemmeno tutte le parole, ma il loro suono sì, oh sì che lo capisce.
"Sai, l’agenzia che ti ha mandata qui. Il titolare, è un amico mio…"
E’ da un mese che le fa la posta, che la inchioda negli angoli bui del cortile con la scusa di sapere se si trova bene lì, se ha bisogno di qualcosa. E’ un mese che lei riesce a scivolargli via, ma sa che non le andrà sempre bene.
Sonja immerge le mani nel secchio, prende lo straccio, lo strizza con forza.
"Ehi, parlo con te…"
Non è più mellifluo il suo tono di voce. E’ il tono di voce di un uomo che sa cosa vuole. E sa che non puoi dire di no. La voce di un uomo che è stanco di aspettare.
Sonja alza la testa e lo guarda.
"Mmm, che begli occhi. Fa vedere bene di che colore sono?" Gli si avvicina, le prende il mento e lo solleva. Da lontano sembra una scena d’amore.
"Blu. Belli. – Le fa scivolare la mano sul collo. - Non ti da noia quest’odore di candeggina? – chiede fintamente premuroso. E’ nervoso, però, Sonja lo sente nelle dita che sono scese e ora le premono contro il seno."
Sonja sorride.
E anche lui sorride.
Sorride perché sa di avere vinto.
E continua a sorridere anche quando la lama lo taglia.
Ne ha due adesso di sorrisi: uno sulla bocca, l’altro sulla gola.
Sonja guarda la macchia rossa che si allarga sul pavimento di marmo.
Ha un secchio pieno d’acqua e candeggina, uno straccio e due mani forti.
Nessun problema.
(c) Copyright Barbara Garlaschelli. Tutti i diritti riservati trattati da Agenzia Letteraria Internazionale, Milano
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