Nebbia fitta, di Luciano De Angelis, edito dalla casa editrice Tracce, racconta una vicenda immaginaria, ma che rappresenta, allo stesso tempo, la realtà italiana di molte zone.
Personaggi ed eventi sono ambientati nella città immaginaria di Porto Castello, anch'essa emblema di molti comuni italiani.
Il giornalista Sergio Saputi viene ammazzato, all'esterno della propria abitazione, da diversi colpi di arma da fuoco. Il commissario Umberto Toscano indaga su questa morte dagli aspetti inquietanti. La sfera personale del giornalista, caratterizzata da un'intricata vita sentimentale, si intreccia con quella del suo lavoro e delle inchieste scottanti che aveva per le mani. Quale sarà il movente dell'omicidio?
Le indagini portano alla scoperta di un ampio giro di corruzione e tangenti che coinvolge tutte le autorità più in vista della città.
Il nucleo centrale del romanzo, che l'autore ha voluto sottolineare, è proprio la tematica relativa a Tangentopoli e alla corruzione che troppo spesso vede coinvolte le autorità politiche. Proprio in questo senso le ambientazioni e i personaggi di fantasia divengono rappresentativi di realtà socio-politiche purtroppo diffuse in Italia. Nel complesso, in certi punti, la sensazione del lettore è quella che la storia sia solo un pretesto dell'autore per affrontare questa tematica, complessa e complicata.
Questa attenzione particolare all'intrigo politico, va, in certi punti, a discapito della storia che ne risente senza dubbio. Troppo schematica in certe parti, senza un vero approfondimento dei personaggi e della loro storia, debola nelle indagini. Perde perciò in ritmo e il lettore non si appassiona nel seguire gli sviluppi e lo svolgimento dell'azione.
Una nota di merito va, sicuramente, al finale del libro e al raggiungimento del colpevole: assolutamente inaspettato.
Nel complesso il romanzo risulta senza dubbio piacevole e di facile lettura, senza però essere caratterizzato da toni particolarmente forti e emozionanti da renderlo un'opera che entrerà negli annali del giallo.
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