All'interno della raccolta di racconti Men and Cartoons del newyorchese Jonathan Lethem, ancora inedita in Italia, si trova un pezzo intitolato "The Vision", nel corso del quale alcuni dei personaggi si trovano per un gioco molto strano, fatto di efferati delitti in notturna ed esecuzioni in diurna condotte più sull'onda dell'isteria e della caccia a un capro espiatorio che non su approfondite indagini. Questo gioco è noto come Mafia ed è quasi impossibile rintracciarne la paternità autorale, non diversamente dalla morra cinese o dal pari e dispari. Le cose sono complicate dal fatto che il gioco si è diffuso tramite il passaparola con il nome e l'ambientazione fantastica di Lupi mannari.
Ma come si gioca?
Del regolamento sono in circolazione versioni pubblicate professionalmente; in italiano esiste per esempio Lupus in tabula, edito dalla DaVinci Games. Ma mettere in piedi un gioco di Lupi mannari o Mafia è facilissimo e per fare una partita di prova con le regole base non occorrono materiali particolari. Per prima cosa bisogna radunare attorno a un tavolo un congruo numero di giocatori, diciamo dai 9 in su. Vista la quantità di partecipanti, Lupi mannari è chiaramente un party game fracassone adatto a compagnie numerose e festaiole, ottimo per capodanni e serate analoghe.
L'arbitro, che fa da moderatore in una vera e propria "narrazione giocata", racconta che siamo in un imprecisato villaggio rurale della Selva Nera (o in una cittadina statunitense se volete la versione Mafia). Il luogo è stato recentemente funestato da alcuni inquietanti omicidi avvenuti nel corso della notte: si sospetta la presenza di lupi mannari nel villaggio (o di killer mafiosi in città: avete capito). I superstiti ogni giorno si radunano e cercano allora di capire chi, tra loro, sia responsabile dei sanguinosi delitti, nel tentativo di fermarlo. Ci sarà un giro di accuse reciproche e poi si procederà con la messa al rogo del colpevole.
Nel villaggio tutti si dichiarano contadini per ragioni fiscali, ma ogni giocatore pesca segretamente un bigliettino con su scritta la sua identità reale. Questo bigliettino va ovviamente tenuto segreto e non può essere mostrato a nessuno, nemmeno quando si è "morti". I nomi da scrivere sui bigliettini sono i più vari, a seconda delle versioni del gioco e di quanto lo si voglia complicare. Nella versione base, per una prima partita, potete iniziare semplicemente con:
- due lupi mannari, che di notte si trasformano e aggrediscono assieme una vittima;
- un veggente, che ogni notte chiede alla propria palla di cristallo se un abitante è lupo;
- un medium, che ogni notte parla con lo spirito degli abitanti bruciati e scopre chi era umano;
- semplici contadini (tutti gli altri).
Dopo che il narratore ha distribuito le carte e ognuno ha guardato che ruolo dovrà impersonare, il gioco va a iniziare, alternando fasi di notte e fasi di giorno. Si comincia con la prima notte, nel corso della quale il narratore avrà la possibilità di scoprire i ruoli dei giocatori. Il narratore dice «cala la notte»: a questo punto tutti chiudono gli occhi e tamburellano leggermente sul tavolo per creare un rumore di fondo. Il narratore chiama a questo punto i ruoli speciali, in questo modo:
- «i lupi mannari aprono gli occhi e si riconoscono tra loro»
- «i lupi mannari chiudono gli occhi»
- «il veggente apre gli occhi e mi indica un altro abitante»; il narratore a questo punto deve dire «sì, è un lupo» o «no, non è un lupo»
- «il veggente chiude gli occhi»
Il medium nel corso della prima notte non entra in gioco; le vittime del primo giro sono personaggi fittizi (il narratore stesso, per esempio, in qualità di "personaggio non giocante"). Il narratore ordina «è giorno, aprite tutti gli occhi» e comunica che è stata trovata un'ennesima vittima orrendamente squartata. Urge fare qualcosa: si dia dunque inizio al processo!
Durante la fase diurna inizia il dibattito con vicendevoli accuse. Chiunque può incolpare chiunque altro: chiaramente al primo turno tali accuse saranno completamente infondate e basate su particolari da giustizia sommaria (es: «Mario è peloso, sicuramente è un lupo!»); fa eccezione il veggente, che sa per certo se uno dei presenti è un lupo oppure no. Chiunque può millantare di essere il veggente, anche il veggente stesso; è ovvio però che in questo modo si espone a un grosso rischio, perché sarà con tutta probabilità la prossima vittima. Accusare qualcuno è un comportamento sospetto: in fondo potrebbe trattarsi benissimo di un lupo che tenta di deviare i sospetti su qualcun altro. Ma stare zitti e non accusare nessuno per non scoprirsi è un comportamento ancora più sospetto!
Dopo alcuni minuti di dibattito, quando ritiene che siano state mosse sufficienti accuse, il narratore annuncia che il tramonto è vicino e che occorre decidere chi verrà giustiziato sul rogo. Partendo dal giocatore alla destra dell'ultima vittima (nel primo turno, quindi, dal giocatore alla destra del narratore), i giocatori dicono per chi votano e i votati devono indicare con le dita quanti voti hanno preso. Non è ammessa propaganda di alcun tipo nel corso delle procedure di voto.
Quando le votazioni sono terminate, si scelgono i due abitanti che hanno ricevuto il maggior numero di voti (di più in caso di parità). Questi malcapitati vanno ora al ballottaggio, senza diritto di voto, ma possono tentare un'ultima arringa finale a propria discolpa, cercando di intenerire la giuria o di aizzarla contro uno degli altri candidati al rogo. Si effettua nuovamente un giro di votazioni e il poveretto indicato dalla volontà popolare come sicuro colpevole viene arso sul rogo. Woosh! Il giocatore esce dal gioco, non partecipa al dibattito (ovvio, è morto!) ma comunque non può rivelare a nessuno il bigliettino con la propria identità.
Ma non c'è più tempo per complimentarsi dell'eccellente rogo, perché ormai è calata la sera e occorre rintanarsi nuovamente nelle proprie case. «Cala la notte» e tutti chiudono nuovamente gli occhi. La fasi notturne, dalla seconda notte in poi, seguono questo schema:
- «il medium apre gli occhi e io gli comunico se la persona appena giustiziata era un lupo» (attenzione, il narratore lo comunica silenziosamente con un cenno del capo!)
- «il medium chiude gli occhi»
- «i lupi mannari aprono gli occhi e mi indicano chi vogliono uccidere»
- «i lupi mannari chiudono gli occhi»
- «il veggente apre gli occhi e mi indica un altro abitante»; il narratore deve dire «sì, è un lupo» o «no, non è un lupo»
- «il veggente chiude gli occhi»
Da notare che il narratore deve chiamare e fingere di far aprire gli occhi anche agli abitanti che non esistono più: nessuno deve esser certo di nulla. Al veggente morto risponderà sempre in modo negativo.
Terminata la notte inizia una nuova fase di giorno. Il narratore annuncia che tutti si svegliano tranne la vittima (che indica), trovata squartata in modo orribile. Si procede quindi alla fase diurna con il solito giro di accuse tra i giocatori rimasti vivi e un rogo finale, e così via. Quando non ci sono più lupi o umani vivi, il gioco termina. Vincono i lupi (anche morti!) se sono riusciti a sterminare il villaggio. Vincono gli umani, anche morti, se sono riusciti a scovare tutti i lupi e a bruciarli sul rogo.
Nella versione Mafia abbiamo poliziotti e medici legali al posto di veggenti e medium, ma il meccanismo di base è ovviamente identico.
Il gioco è molto divertente, veloce – chi è eliminato al primo turno non deve aspettare molto per una nuova partita e intanto si fa pure due risate – e si presta a infinite varianti. Possono essere aggiunte decine di personaggi, per esempio:
- un guaritore, che una sola volta a partita può usare i propri poteri per riportare in vita un abitante appena ucciso dai lupi mannari;
- un druido, che ogni sera può proteggere un altro abitante a propria scelta;
- due guardie, che la prima notte aprono gli occhi assieme e si riconoscono, potendo quindi contare sulla conoscenza della reciproca identità;
- Romeo e Giuletta, o comunque due amanti, votati al suicidio se uno dei due dovesse morire; ancora più incasinata la versione in cui i due amanti vengono indicati la prima notte da un Cupido, cosa che può portare a interessanti sviluppi nel caso ci sia un amore clandestino tra un lupo mannaro e un umano;
- un figlio dei lupi, normale contadino che se ucciso dai lupi resta in vita e diventa lupo la notte successiva.
In rete si trovano decine di varianti, con poteri speciali attivabili una tantum, ruoli incredibili e addirittura un crossover lupi mannari contro mafia che promette di risolversi in un vero bagno di sangue. Non resta che augurare buon divertimento!
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