Opera di spicco nell’ambito dell’Horror Day di quest’anno al Far East Film Festival 8 di Udine, The Heirloom è il primo horror taiwanese presente nella rassegna. Diretto da Leste Chen e sceneggiato da Dorian Li, il film è notevole sia per la trama che per le soluzioni visive scelte dal regista, anche grazie ad una fotografia di ottimo livello.
Il prologo ci informa subito che il film pesca a piene mani dalla tradizione cinese, ricca di storie di fantasmi: secondo un’antica usanza, alcuni cinesi erano (o sono) soliti allevare degli spiriti di bambini morti, nutrendoli di sangue umano, affinché eliminassero i nemici della famiglia, portandole fortuna e ricchezza. La sequenza iniziale ci mostra una serie inquietante di cadaveri impiccati lungo un corridoio, con una misteriosa donna che striscia sotto di loro per giungere davanti ad un cappio...
Di ritorno dall’estero, l’architetto James Yang (Jason Chang) ha ricevuto in eredità un’enorme casa dalla sua famiglia, i cui membri sono tutti deceduti da tempo. Indeciso se rimanere o meno, a causa anche dei capricci della fidanzata Yo (Terry Kwan), che intenderebbe trasferirsi altrove per perfezionare il suo stile di danza classica, James finisce per decidere di trasferirsi nella casa, nonostante la migliore amica di Yo, Yi-Chen (Chang Yu-chen) reputi che ci sia qualcosa di sinistro in quel luogo, soprattutto dopo averne visitato la stanza-tempio dedicata agli antenati, davvero tanti e tutti misteriosamente morti lo stesso giorno. Mentre James, sicuro di sé e della propria scelta, sembra non dare molto peso ai turbamenti di Yi-Chen, Yo comincia a preoccuparsi per la salute dell’amica, soprattutto quando, dopo averla vista andar via, la vede riapparire improvvisamente dentro casa. Da dove può essere entrata?, si chiede Yo, nonostante James non si preoccupi più di tanto. Quando poi l’evento si ripete per molte sere di seguito, coinvolgendo anche l’amico di James, Cheng (Tender Huang), la cosa comincia ad insospettire anche James. Sembra come se, una volta attirati dentro quella casa a cui non appartengono per genealogia, i due amici siano costretti da qualche forza oscura a rientrarvi, trascinati da una strana corrente che li trasporta a loro insaputa verso quel luogo misterioso. Yi-Chen cerca di fare delle indagini su eventuali presenze paranormali nella casa di James, mentre Cheng viene improvvisamente ritrovato strangolato nella sua vasca, pur non essendoci tracce di corde in casa sua. L’ispettore Wu (Cheng kuo-cheng), convinto che ci sia un maniaco deciso a perseguitare la coppia, fa mettere la casa sotto sorveglianza. Ma Yi-chen continua a riapparire misteriosamente dopo essersene andata, e a porte sprangate. Nel frattempo, Yo cerca di risalire alla storia della famiglia del fidanzato, dopo che Yi-chen le ha mostrato un articolo di giornale in cui veniva riportata una notizia agghiacciante. Dieci anni prima, infatti, l’intera famiglia Yang ha compiuto un suicidio di massa nella stessa sera, a mezzanotte. Cosa si nasconde dietro questo strano evento? L’unica superstite alla macabra vicenda, la zia di James, Sue (Lu Yi-ching), racconta a Yo di come i Yang avessero deciso di allevare dei fantasmi bambini per assicurarsi ricchezza e prosperità. Le cose, però, ad un certo punto sono degenerate, non solo perché tale pratica di “magia nera” aveva il suo naturale prezzo da pagare - dare alla luce figli deformi o finire in manicomio (luogo dove appunto si trova Sue in questo momento). La madre di James sembra avere avuto un ruolo determinante nella deriva mortale di quella notte, e Yo teme che James, allevato secondo la legge dei Yang, dediti a quella pratica barbara, possa sentire il richiamo del sangue e dei bambini morti riaffiorare dentro di sé.
Yo riuscirà a far capire a James quanto sia necessario portar via le ossa dei bambini dalla casa, per scacciare ogni influenza negativa per il loro futuro; ma il passato tornerà a covare la sua folle idea di vendetta in maniera del tutto inaspettata.
Sorretto da una sceneggiatura solida e da una recitazione superba, con alcuni tocchi di autentica inquietudine, soprattutto nelle sequenze riguardanti il passato di James e quello di sua madre, The Heirloom rappresenta una sorpresa e insieme una speranza per il cinema horror, spesso privo di vera originalità o di idee stilistiche innovative sia in Giappone che nella Corea del Sud, dove gli stilemi tendono a ripetersi in maniera elegante, ma pur sempre prevedibile (vedi Voice, altro film di spicco dell’Horro Day di quest’anno). Non è detto che il film di Leste Chen dia adito ad uno stuolo di emulatori, e forse è meglio così: lo stesso regista ha ammesso di volersi cimentare con altri generi cinematografici, cosa che potrebbe rendere The Heirloom una piccola gemma isolata nel panorama dell’horror contemporaneo.
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