Catfish… è un ex poliziotto, uno speaker radiofonico, ma soprattutto un uomo!
Un uomo segnato… nel fisico e nell’animo. Pollottole e ferri chirurgici hanno marcato il suo corpo, delusioni e tradimenti hanno segnato il suo animo… entrambe ferite indelebili che lo accompagneranno per sempre! E così un ex sbirro, falsamente rassegnato e realmente pronto a scavare nell’animo umano e nelle turpi vicende della vita reale si trova a vagare per le vie di Cagliari e per le terre della Sardegna indagando su morti misteriose.
Sia che si tratti di ballerine di night barbaramente uccise, sia di tranquilli pensionati dallo strano infarto lui Valerio Vallorani, in arte Catfish, è lì pronto a chiedersi perché, ad andare oltre le verità ufficiali, a mettere in discussione tutto e tutti.
I due autori, Carlotto e Abate, costruiscono abilmente intorno a questo nuovo personaggio, due splendide vicende tra loro svincolate eppure complementari, due novelle che nella loro brevità gettano squarci di luce sull’animo di un uomo che non si rassegna malgrado le apparenze.
Il primo racconto Jasmine di Massimo Carlotto ci introduce nel mondo dei night, delle compiacenti ballerine di lap dance, degli imperturbabili buttafuori. Tutta la narrazione si dipana come un unico flash-back, come il racconto del dj-investigatore ai suoi ascoltatori e la narrazione procede fluida e incalzante, interrotta solo dai bicchieri di whisky on the rocks e dalle canzoni che lente scivolano nella notte radiofonica, diventando la colonna sonora emotiva di tutta la vicenda. Le pagine scorrono veloci e la storia avvince, la struttura della vicenda gialla è solida e ben costruita, i dialoghi taglienti e secchi come una lama ben affilata. Un racconto che nella sua brevità riesce a creare un’atmosfera forte e cupa, triste e melanconica, un moderno blues che trascina inesorabile e che sembra ricordare i migliori hard-boilet dei maestri degli anni cinquanta. In definitiva un racconto che rappresenta una perla del noir italiano e lancia prepotentemente un nuovo personaggio letterario che speriamo non ci abbandoni.
Il caso Benzinetta di Francesco Abate è la seconda indagine di Catfish di cui si compone il libro, la struttura del racconto è diversa dalla precedente, ma la storia è ugualmente avvincente, il personaggio è ben costruito, approfondito, sfaccettato e complesso in maniera mirabile. La storia nella sua quotidianità, nella sua falsa semplicità cattura fin dalle prime pagine. Una gita per anziani, un pulman, qualche santuario, la dimostrazione delle pentole… un cadavere… e tutto cambia, tutto assume una nuova prospettiva, i vecchietti non sono poi così indifesi, l’innocenza è forse un utopia. Il periodare è strutturato senza essere pesante, i dialoghi e le immagini evocative, con poche frasi, con qualche battute e con semplici descrizione di gesti si delineano psicologie e interi rapporti personali… qualche battuta al telefono e capiamo i rapporti fra Catfish e la sua ex, i gesti di un semplice caffè e capiamo i rapporti fra Catfish e il dott. Catanesi e con tutti i suoi ex colleghi della procura… poche parole taglienti, secche, efficaci, laddove ad altri autori occorrerebbero pagine e pagine di inutili elucubrazioni… non è cosa da poco!
Senza voler sembrare troppo benevolo o ripetitivo… un’altra ottima prova del noir italiano!!!
Un’ultima battuta per chiedere ai due autori di non dimenticare Catfish… di farlo continuare a vivere, magari in una vicenda più lunga… in un intero romanzo scritto a quattro mani!!!
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