A nove anni dal suo ultimo romanzo, Cronosisma, Kurt Vonnegut, uno dei grandi maestri della letteratura americana contemporanea, torna in libreria con una raccolta di saggi autobiografici e politici. Nonostante i suoi ottantadue anni, Vonnegut non ha perso un briciolo della verve comica e della vena polemica e anticonformista che lo hanno reso celebre come narratore; in questi dodici interventi della raccolta Un uomo senza patria, originariamente pubblicati sulla rivista radicale In These Times, ci offre il suo punto di vista sull’America e sul mondo di oggi. Traendo ispirazione di volta in volta da Mark Twain, Gesù Cristo, Abraham Lincoln e i socialisti di inizio Novecento, critica ferocemente il neoimperialismo di Bush e il capitalismo malato delle multinazionali, ma con uno stile frizzante e discorsivo che apre a continue digressioni: dalle dichiarazioni d'amore per il blues alle geniali riletture naïf di Kafka e Shakespeare, dai ricordi dell'assedio di Dresda a quelli dello spinello fumato coi Grateful Dead. Un brillante pot-pourri di memorie, esternazioni e aforismi accompagnato da illustrazioni realizzate dall’autore stesso.
La critica ha detto:
«Un uomo senza patria di Vonnegut è puro Mark Twain, pieno di umorismo amaro, di indignazione contro la corruzione e l’avidità e di compassione per i più deboli. Mai come oggi abbiamo bisogno di sentire la sua voce». Russell Banks
«Un uomo senza patria ci riporta a Madre notte, Mattatoio n. 5 e Le sirene di Titano. In altre parole, è come sedersi in poltrona a farsi una lunga chiacchierata con un vecchio amico». New York Times
Kurt Vonnegut, Un uomo senza patria
Minimum Fax, 2006
116 pagine
ISBN 88-7521-090-X
Prezzo: € 11,50
traduzione di Martina Testa
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