Quest'anno ricorre il centenario della nascita di John Dickson Carr (1906-1977), uno fra i più prolifici autori dell'età d'oro del giallo, nonché inventore del corpulento investigatore Gideon Fell. Proprio quest'ultimo è il personaggio destinato a risolvere il mistero di Occhiali neri, squisito giallo a base di un delitto impossibile, riproposto nella collana "I bassotti" della Polillo editore.
Il romanzo è del 1939 e vede un duplice mistero, due "delitti impossibili" la cui soluzione metterà a dura prova l'investigatore (e il lettore). Il primo è un caso di cioccolatini avvelenati all'interno di una pasticceria; il secondo è ancora più complesso, perché si tratta di un omicidio commesso non solo sotto gli occhi di tre testimoni, ma addirittura davanti all'obiettivo di una telecamera!
La storia ha un incipit a Pompei e poi prosegue in una più tradizionale ambientazione inglese. L'intreccio non si fonda sulla caratterizzazione dei personaggi (nessuno dei quali è particolarmente memorabile) o sulla profondità delle psicologie (i moventi sono tutto sommato di relativa importanza): ciò che veramente rende Occhiali neri degno di essere letto è l'astuto meccanismo dietro agli episodi delittuosi, una vera sfida al lettore in grado di tenerlo incollato alle pagine di questo romanzo.
Il ritmo incalzante di questo perfetto gioiello del giallo classico è poi impreziosito da una serie di riflessioni su alcuni elementi tipici del genere, ma riconducibili senza troppa difficoltà anche alla cronaca giudiziaria: in particolare, Carr affida al suo investigatore Gideon Fell uno scetticismo di fondo sull'immediata credibilità dei testimoni oculari. Gli stessi occhiali neri del titolo sembrano rifarsi proprio a questa cecità di fondo, che può essere ulteriormente peggiorata se qualche malintenzionato particolarmente geniale trova un modo per ingannare intenzionalmente i sensi e quindi le testimonianze altrui. A ciò si aggiungono altri dubbi sull'effettiva capacità di una ripresa video di poter riproporre la realtà con un'aderenza in scala 1:1, cosa che per noi contemporanei è forse scontata, ma per l'epoca in cui è stato scritto il romanzo non lo era certamente.
In definitiva dunque un gran bel romanzo dell'età d'oro del giallo, un enigma appassionante in grado anche di sollevare qualche domanda che metta in crisi alcune certezze consolidate fra gli stilemi del genere.
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