«Martedí ci furono quattro pecore sgozzate a Ventebrune, nelle Alpi. E giovedí nove a Pierrefort. - I lupi, - disse un vecchio. - Scendono a valle.
L'altro vuotò il bicchiere, alzò la mano. - Un lupo, Pierrot, un lupo. Una bestia come non ne hai mai viste. Che scende a valle».
Ma è davvero un lupo che uccide tra le montagne del Mercantour? Mentre le superstizioni e le leggende cominciano a girare, un sospetto si diffonde: non è una bestia, potrebbe essere un lupo mannaro. Quando Suzanne viene ritrovata sgozzata, il dubbio diviene certezza.
Un impeccabile disegno narrativo e una perfetta costruzione dell'intreccio fanno di questo romanzo un autentico gioiello, in cui lo scenario aspro e selvatico della montagna fa da contrasto al calore della giovane Camille, eterna amante in fuga del commissario Adamsberg. Proprio lui, guardando distrattamente un servizio del telegiornale dedicato ai lupi, una sera crede di riconoscere la sagoma della donna nella piazza del borgo montano. È infatti in questi luoghi che la donna, assieme a un amico ricercatore, crede di aver scoperto in un "lupo mannaro" l'autore di una catena di orrendi delitti. Ma sarà il commissario Adamsberg, precipitatosi da Camille, a scoprire la sconvolgente verità.
Prima edizione italiana per L'uomo a rovescio, romanzo del 1999 che ci fa conoscere un altro tassello della storia personale dell'umanissimo Adamsberg, un altro successo annunciato per la francese Fred Vargas dopo Sotto i venti di Nettuno. In contemporanea a questa uscita tornano inoltre in libreria, in una nuova edizione Stile Libero Noir, tre precedenti romanzi della Vargas.
Io sono il tenebroso
Due giovani donne uccise a Parigi a colpi di forbice. Sulle tracce dell'assassino un ex poliziotto deluso dalla vita e tre storici improvvisati detective. Un libro intenso ed esemplare che ha confermato Fred Vargas tra i piú originali autori di noir.
«I marciapiedi del Signore sono infiniti», dice la vecchia Marthe, un tempo regina di place Maubert. E la signora la sa lunga, a giudicare da quel che succede per le strade di Parigi. La polizia è convinta di essere a un passo dal colpevole, il serial killer pronto a colpire ancora. Ma le cose, come sempre, non hanno mai una faccia sola.
Chi è morto alzi la mano
Un faggio misteriosamente spuntato dal nulla nel giardino della cantante lirica Sophia Siméonidis, potrebbe essere uno scherzo, lo strano regalo di un ammiratore oppure un sinistro presagio. Ma quando nel giro di poche settimane una piccola strada residenziale di Parigi diverrà teatro di un omicidio ci vorrà molto intuito per riuscire a raccapezzarsi. Allora tre storici allo sbando e uno sbirro in disarmo non saranno forse inadeguati ad affrontare la situazione se è vero che - deformazione professionale - la cosa che sanno fare meglio è mettere il naso nei fatti degli altri.
Parti in fretta e non tornare
Di notte, sulle porte delle case di Parigi, vengono dipinti con la vernice nera strane sigle e numeri. All'altro capo della città, in una cassetta delle lettere vengono depositate incomprensibili missive che parlano di malattia e di morte. Solo il commissario Adamsberg intuisce che tra i due fatti esiste un legame. Forse è una storia che affonda nei tempi bui dell'Europa, quelli della Morte Nera. Forse il Medioevo non è poi cosí lontano...
«È l'unica autrice europea che continua a scrivere con la struttura arcaica del giallo a enigma, la piú antica tradizione del giallo, dai tempi di Edgar Allan Poe».
Massimo Carlotto
«Una lezione di stile... una scrittura dal fascino straordinario».
Marcello Fois
«Cosí è Fred Vargas: precisa, analitica, morbosamente descrittiva. Ma non è solo questo. È anche divertente, feroce, a volte surreale e capace di uno stile letterario impeccabile».
Carlo Lucarelli
All'origine del «caso Vargas» in Francia, dove i suoi romanzi raggiungono regolarmente il vertice delle classifiche, e in tutta Europa ci sono lo stile ironico e incisivo, la capacità di prendere per mano il lettore fino alla rivelazione finale, e l'accuratezza nei dettagli piú sorprendenti, che le viene dalla passione medievalista e dalla professione di zooarcheologa. Da qui il gusto per la detection, per le impronte, le tracce, le piccole cose senza importanza che permettono di dedurre, per una qualche «associazione di idee», la soluzione di un caso. E c'è naturalmente la simpatia con cui è ritratto il mondo del commissariato di polizia del tredicesimo arrondissement di Parigi, a cominciare da Jean-Baptiste Adamsberg e dal suo vice, il coltissimo e iperrazionalista Danglard; Adamsberg invece è uno «spalatore di nuvole», preferisce aspettare le soluzioni invece di cercarle.
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