Non lasciatevi ingannare dal titolo e dall’immagine di Klaus Kinski con impermeabilone nero e pistola (foto presa da chissà quale altro film): non è un thriller argentiano o qualcosa del genere. Per la verità Kinski ha una particina da artista gay e non commette efferatezza alcuna. Piuttosto questa produzione italo francese presenta spunti di interesse per coloro che hanno letto e si sono interessato al mio articolo sugli SPAGHETTI BOND, ossia su quei film di realizzazione italo-franco-tedesca che, negli anni 60 cercarono di imitare il successo di 007 proponendo vicende ed eroi simili presi dalla fiorentissima spy-story letteraria dell’epoca. Il film, intitolato originalmente e ispirato all’omonimo romanzo Coplan Paye le Cercueil, appartiene alla categoria e fa piacere ritrovarlo in edizione restaurata e a un prezzo contenuto nella stessa collezione dei due precedenti film sull’agente Walker e insieme a quell’Isabella duchessa dei diavoli di Corrucci che molti ricorderanno, almeno nella versione erotico fumettistica che l’ispirò.
Un’operazione nostalgia non priva di pregio questa degli incredibili Cult e certo una gustosa occasione per passare 90 minuti di piacevole intrattenimento senza pretendere di più. Paul Kenny autore della serie Coplan (in Italia pubblicata parzialmente su Segretissimo) era un seguace di Jean Bruce e raccolse anche un certo successo, che passò poi al cinema con una serie di pellicole in bianco e nero e a colori (come questa). Peccato che gli interpreti fossero sempre differenti e le storie, alla fine, un po’ troppo d’imitazione ma, alla prova del tempo, questa vicenda che racchiude piacevolmente tutti gli stereotipi del genere resiste. C’è il super agente, la bella in pericolo, la nazista sadica con tanto di stivaloni e frustino, l’amico fuggito dalla Cayenna, la polizia turca e un cattivissimo arroccato nella fortezza di Alamut, quella degli Assassini, con la faccia sfigurata. L’ambientazione a Istanbul è di pressi ma non di maniera e riserva nella versione restaurata qualche spuntoni originalità. Bella e avventurosa la caccia all’uomo nella valle dei Sepolcri che ricorda Una pericolosa partita. Insomma non è per originalità che consiglio la visone di questo film ma per il gusto di ripercorrere le tracce di un genere fatto con una certa professionalità e che sarebbe un peccato dimenticare.
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