Tutti stringono la mano a Stephen... Eravamo dunque rimasti, al pitch di Friedkin e alla strette di mano di tutti, al nostro Stephen Gregory. Finito di "pitchare" la storia, (ovvero una specie di  lancio della stessa... è una specie di presentazione ai produttori, una volta mi hanno raccontato che il pitch  viene fatto nei modi più stravanganti possibili, anche con ballerine e motociclette! Dipende insomma da che idea si vuole proporre!), l'ambiente si rilassa, Friedkin si mette a scherzare e a raccontare storielle. Inizia a narrare un episodio accadutogli quando stava girando un film in America centrale, qualche anno dopo il successo mondiale dell'Esorcista: stava viaggiando dunque con un aiutante verso una città remotissima e dimenticata per verificare le "Location" e all'arrivo nella cittadella, non trovano nessuno, le case sono vuote, nessuno per la strada, insomma, inziano a chiedersi cosa sia successo, ma non riescono a darsi una risposta finché non incappano in un cittadino che sta scappando a sua volta: l'intera popolazione era scappata a gambe levate nella foresta, perché presi dal terrore dell'arrivo dell'autore dell'Esorcista!

Tutti ridono, era chiaro che Friedkin aveva raccontato la storiella molte volte, ma è sempre divertente. Dopo un po' di sollazzo, Friedkin accetta il suggerimento di Mount, ovvero di far scrivere a Stephen un trattamento stile "novella" (ebbene sì, non lo traduco perchè in inglese è lo stesso...) di un centinaio di pagine. Qualcuno propone di rispedirlo a casa, in modo che possa lavorare tranquillo nel suo ambiente familiare, ma Mount si oppone: Stephen non deve tornare in Inghilterra, anzi, al contrario, per aiutarlo a "ispirarsi" suggerisce di mandarlo a passare il fine settimana in qualche spiaggia messicana, - non proprio il posto che Stephen ha in mente per la storia, ma qualcosa di simile, tanto per gustare il "flavor" locale. Gli dice anche che non ha nessuna importanza se non ha mai scritto sceneggiature, ciò che importa è l'idea-storia, “the story is the vital element of the project”. Al rientro a L.A. dal fine settimana, (ovviamente con la novella scritta!) gli presenta Tom Shaw, un veterano con 50 anni di esperienza nello "showbiz", nel mondo dello spettacolo, che ha lavorato in dozzine di film con John Huston, Richard Brooks e altri registi. Shaw si siede nel suo ufficio (quello che era di Frank Sinatra) e sfoglia la novella e subito ha l'illuminazione per la giusta "location": una vecchia città mineraria in Messico, che lui aveva visitato quando stava girando “under the Volcano” (da un romanzo di Malcom Lowry, se ben ricordo! Anche quello è un personaggio degno di un racconto! N.D.T.). Stephen è a sua volta soddisfatto, la Spelling film è a sua volta entusiasta della novella, anche perchè stavano "contando" il costo della suite d'hotel in cui era alloggiato, l'auto noleggiata, l'ufficio e appunto per ciò stanno sperando che Friedkin gli dia mano libera per completare il lavoro definitivamente e chiudere il salasso. Ma Friedkin, appena letta la novella, la sbatte sulla sua scrivania: ”Troppa storia, troppa sociologia! Troppo parlato! Troppo "show-and tell"! Troppa "back-story"!” Insomma, la novella è troppo letteraria... Stephen allora da brava formichina prende la sua novella e si mette al lavoro, scrivendo e riscrivendo tutto, riducendo le 100 pagine a 30, poi a 20 poi a 15. (chiunque si sia cimentato in ciò, sa che ridurre una storia di 100 pagine a 15, significa proprio strizzarla, estrarne il succo, spremerla... non è piacevole per uno scrittore fare ciò della sua scrittura, ma così si vede quanta idea-film c'è!)
E mentre riduce la novella, con un sinistro presagio il suo pensiero va agli scrittori che sono passati di lì prima di lui... chissà che fine hanno fatto, magari sono finiti sotto il "green" seminato da Sinatra che si trova davanti all'ufficio! E una volta alla settimana porta la "bistecca sbattuta" a Friedkin. Qualche volta Friedkin gli stringe la mano, una volta lo abbraccia perfino, altre volte invece sbatte il dattiloscritto sull'angolo della scrivania: “Perchè questo tizio si chiede qualcosa? Non voglio fare un film su un tizio che si chiede qualcosa! "ction is character, not wondering"! (ovviamente, in una certa concezione di film d'azione, uno deve far vedere "fisicamente" ciò che il protagonista pensa... facendolo agire N.D.T.)  Attento Stephen, non ti abbiamo portato qui dal Galles per incasinare tutto!”. Friedkin non sapeva dire a Stephen esattamente cosa voleva, ma era in grado di riconoscere ciò che voleva quando lo vedeva. Comunque, la storia inizia a prendere forma, ad assumere vita propria. Mount tranquillizza il povero scrittore che non è facile lavorare con sua "maestà Friedkin", bisogna sempre sorprenderlo, tenerlo in suspence, essere più svelti di lui e cercare di leggergli nella mente, cosa che è un po' il compito dello sceneggiatore, penso uno dei lavori più difficili che ci siano, quando ovviamente fatto con criterio e serietà. Ma il tempo passa, ormai Stephen vive al Bel Age Hotel da più di tre mesi. Oltre il week end messicano, "ha fatto" vacanza a San Francisco, nelle foreste di Yosemite e nel deserto di Joshua Tree, tutto alle spese della Spelling Film. (Che pacchia, che goduria... che invidia mostruosa! I poveri mortali devono pagarsi il biglietto dell'autobus anche per andare a sgobbbare!). Ma  gli "executives" non sono tanto contenti, vorrebbero che lui tornasse nel Galles e lavorasse da lì, mandando via fax il lavoro a Friedkin. Le spese salgono... salgono... salgono. (So per certo che funziona così anche in altri casi, perché a un tizio che conoscevo a Londra era successo qualcosa di simile, gli americani ti pagano anche se il film non viene fatto, questo tizio di mia conoscenza aveva avuto due-trecentomila dollari per una storia che poi non fu mai girata... e ovviamente, se li era anche spesi in bagordi! N.D.T.). Ma Friedkin non vuole che Stephen torni a casa. Si oppone agli "executives". Però ormai a Stephen gli sta scadendo il visto: allora dice a Mount di caricarlo su un aereo per le Bahamas per il fine settimana, così da avere il timbro sul passaporto e ritornare subito, il giorno stesso. Ma questa volta gli "executives" si oppongono e ottengono che venga rispedito nel Galles...

(fine della seconda puntata...mi dispiace cari miei etrangeres, ma dovete soffrire ancora un po'...la terza puntata sarà l'ultima, comunque!) 

tanto per farci un'idea di perchè gli executives erano preoccupati per i costi, siamo andati a farci un giro su internet per cercare il Bel age hotel... i prezzi per la suite, vanno da 249 dollari a 349 dollari a notte, (i cento dollari di differenza penso dipendano dalla grandezza della suite... soffrite, soffrite poveri mortali che andate in vacanza a Jesolo- Bibione- Ostia-Idroscalo e sulle sponde di fiumi!)

Ovviamente non traduco... la dotazione della camera (l'aggiunta tra parentesi è la mia...)

 

Sunset Suite - An oversized guestroom encompassing 700 sq. ft.

A distinct, step-up bedroom features a king bed, 27-inch television and cordless phone. The adjoining living area features a comfortable seating area with a sofa bed, second 27-inch television, dining table with seating for two, wet bar and fully-stocked mini bar, ergonomically designed work station and private balcony. All accommodations offer multi-line telephones, VCR player, CD player and clock as well as wired and wireless high speed Internet access. King bed only.(+blonde chick!!!)