Questo saggio edito fuori collana dall'editrice Nord specifica che si tratta della "vera" Fabbrica dei Corpi per non confonderla con quella, romanzata, descritta da Patricia Cornwell, e che del resto proprio a quella reale si ispira. La vera fabbrica dei corpi è infatti la prima (in ordine di tempo e di importanza) struttura scientifica al mondo dedicata allo studio della morte e dei processi di decadimento.
Il libro è l'avvincente ricostruzione di quarant'anni di attività da parte di Bill Bass, l'iniziatore e il guru dietro all'Anthropology Research Facility e a questa avventura dai contorni decisamente macabri per il pubblico di noi "non addetti ai lavori": un gruppo in cui si inserisce anche la stessa Patricia Cornwell, che nella simpatica prefazione riporta qualche (dis)gustoso aneddotto circa la sua relazione con la Fabbrica dei Corpi.
Nel saggio si trova una ricostruzione in prima persona di svariati casi di polizia con cui Bass ha collaborato nel corso della sua strana carriera, che forniscono l'occasione per una introduzione molto chiara ed estremamente efficace, da un punto di vista divulgativo, su alcuni aspetti della medicina forense che siamo abituati a vedere nelle varie serie di CSI e dintorni. Non si tratta mai di cronache esangui ma di resoconti che hanno la forza di un racconto, narrato per di più con pathos e mestiere. Ce n'è un po' per tutti i gusti: incendi dolosi e serial killer, riconoscimenti di cadaveri in condizioni impossibili e imprese di cremazione che nascondono segreti raccapriccianti. Particolarmente divertente l'episodio relativo alla datazione della morte del Colonnello Shy: un errore che fa diventare molto più umano l'autore e protagonista di queste pagine, un contrappunto grottesco per mostrare che i professionisti nella realtà sono sempre molto diversi dagli infallibili eroi del cinema e della televisione.
La vera fabbrica dei corpi è insomma una lettura consigliata un po' a tutti: agli appassionati di CSI per approfondire alcune tematiche viste nella serie, ai fan di Patricia Cornwell per scoprire il "dietro le quinte" del suo romanzo più celebre, e agli amanti del giallo in generale per chiudere il cerchio tra indagine scientifica e indagine poliziesca. In fondo fu proprio l'insegnante di chimica di Arthur Conan Doyle a dire al futuro papà di Sherlock Holmes di basare la ricerca su osservazione e deduzione - metodi che poi sarebbero confluiti nelle tecniche d'indagine di tutti i "segugi", fino a oggi!
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