Chi se lo sarebbe mai aspettato? Dolph “Io ti spiezzo” Lundgren ex accompagnatore di Grace Jones, avversario di Rambo e idolo delle platee orientali (nipponiche soprattutto) per una interminabile serie di B-Movie passato alla regia con questo The Defender e con un certo talento… Diciamo subito che qualche prova di quantomeno discreta presenza fisica se ben diretto il nostro l’aveva già data (un esempio per tutti Silent Trigger scritto da Sergio Altieri e diretto da Russel Mulchay che, scusate, non sono gli ultimi venuti nei loro rispettivi campi) ma questa volta il prodotto, pur non essendo di quelli che generalmente ci si aspetta di veder furoreggiare nelle sale, mantiene ciò che ha promesso e offre una serata con qualche piacevole sorpresa di fronte al televisore.

Siamo di fronte a un piccolo budget che costringe i protagonisti a muoversi in un unico ambiente (una villa albergo in Romania dove si dovrebbe svolgere una supersegreta  missione dilpomatica) ma c’è già a livello di sceneggiatura qualche guizzo che, pur rimanendo nel filone truppe speciali riserva qualche sorpresa. Ve lo dice uno che di questi prodotti ne ha divorati a centinia, l’idea spionistica di base è buona e passabilmente originale. Di sicuro Tony Scott ne avrebbe tratto un filmone ma si fa quel che si può e il buon Dolph Lundgren, aiutato da un ottimo direttore della fotografia - che la Medusa poteva darsi anche il disturbo di citare sulla fascetta! – gira con dimestichezza e abilità. Brutali e ben coreografate scene d’azione. Non la solita paccottiglia americana o una scopiazzatura del prodotto made in Hong Kong, piuttosto un modo originale e realistico di risolvere una situazione forzatamente claustrofobica. Probabilmente chi impazzisce al festival del film d’autore farebbe bene a tenersi a distanza da questo film ma invito tutti quelli che di solito (e con qualche ragione) snobbano Dolph a fare un tentativo, almeno a noleggio, perché la storiella merita, tanto da indurmi a non rivelarvi altro se non che si tratta di un complotto di guerrafondai intenzionati a sabotare un non prevedibile incontro di pace. Un prodotto che mantiene quello che promette proprio perché non promette troppo e non si vuole travestire da ciò che non è. Insomma, anche per aspiranti scrittori, un piccolo laboratorio che, se osservato nella sua realizzazione tecnica, può suggerire qualche idea da sviluppare. Provaci ancora Dolph…