S’intitola Blue Tango noir metropolitano, l’ultimo romanzo, dal ritmo incalzante, del trentenne Paolo Roversi,  appena pubblicato da Stampa Alternativa. La vicenda si svolge in una Milano autunnale, dove i due protagonisti, Enrico Radeschi e Loris Sebastiani, condividono, oneri e onori, di tre indagini parallele: un serial killer che uccide giovani prostitute nei loro appartamenti, un misterioso suicidio-omicidio sul quale incombe l’ombra del terrorismo, la fantomatica scomparsa di due peruviani impelagati in un traffico internazionale di droga.

Le inchieste si snodano lungo la linea rossa della metropolitana milanese, vero fil rouge del libro, così come nei locali dell’happy hour, nelle strade, nei quartieri e nei parchi della città, vera co-protagonista del romanzo. Si respira Milano nelle pagine, una Milano nera che ricorda, riveduta e corretta dagli anni naturalmente, quella di Scerbanenco di Venere Privata.

Nel solco della più classica indagine poliziesca, all’inizio gli inquirenti sembrano brancolare nel buio. Ma è solo un attimo perché il meccanismo s’innesca subito:  l’affiatamento, il gioco di squadra, insieme alle più moderne tecniche investigative, spingeranno i due investigatori alla risoluzione, non senza colpi di scena, di tutti i misteri.

Protagonisti del romanzo sono due personaggi umanissimi, niente superpoliziotti o roba del genere. Sebastiani è un vicequestore, sbirro tutto d’un pezzo amante del vino e donnaiolo impenitente mentre Radeschi è un giornalista-hacker con la sindrome di Peter Pan. Simpatici come coppia, scanzonati al punto giusto, ma anche tremendamente efficaci quando ci si mettono. Legati da una bella amicizia, non perdono occasione per sbeffeggiarsi vicendevolmente tanto che i loro dialoghi, così efficaci per far immergere nell’atmosfera del racconto il lettore, risultano spesso davvero esilaranti.

Blue Tango, nel complesso, è un giallo avvincente, non contorto, molto scorrevole e veloce. La curiosità di sapere come andrà a finire, dove Radeschi porterà la sua vecchia vespa gialla del '74,  fa sfogliare avidamente una pagina dopo l'altra. Si ha l'idea del movimento, della velocità: azione è la parola d'ordine. L'autore non spreca nemmeno una parola più del necessario per le descrizioni e i dialoghi: la scrittura appare come una macchina ben oliata.

L’autore, giornalista mantovano, è al suo primo romanzo noir. In precedenza si era già fatto apprezzare per la biografia Bukowski Scrivo racconti poi ci metto il sesso per vendere in cui intervistava Fernanda Pivano, sempre pubblicata da Stampa Alternativa.