È uscito in tutte le fumetterie italiane a partire dal 15 Dicembre, presentato dalla casa editrice Star Comics, Ghost In the Shell 1.5 Human Error Processer.
Questo volume, dalla copertina rigida e fustellata e dalle pagine stampate su carta di alta qualità, costituisce una sorta di ponte, leggibile però anche a se stante, fra i due volumi principali di Ghost in the Shell e presenta in edizione deluxe quattro episodi relativi ad altrettante indagini della sezione 9 che si svolgono dopo le vicende del marionettista ma prima degli avvenimenti narrati in Manmachine Interface.
Si tratta di Fat Cat, Drive Slave, Mines of Mind, e Lost Past, inediti pubblicati solo su rivista in Giappone fra il 1991 e il 1996.
In queste storie, che affrontano temi che sono un misto tra cyberpunk, spionaggio e poliziesco, ritroviamo al gran completo la squadra Ghost di Newport City che annovera al suo interno Bato, Aramaki e tutti gli altri personaggi che chi ha amato Ghost In the Shell conosce bene.
Questa brevemente la trama degli episodi presenti nel volume.
Nel primo racconto, Fat Cat del 1991, la sezione 9 è alle prese con il caso di un cadavere telecomandato.
La figlia di un ex-collaboratore di Aramaki gli chiede aiuto dopo aver notato strani comportamenti nel padre.
La sezione 9 non impiegherà molto tempo a scoprire che questi è in realtà deceduto, ed il suo corpo viene manovrato da sconosciuti per ottenere l’accesso a dati riservati.
Il secondo epispdio, Drive Slave del 1992, vede Togusa e Azuma, una new entry della sezione 9, impegnati nella protezione di un testimone.
In questo episodio fa una breve comparsa anche il maggiore Kusanagi.
Nel terzo episodio, Mines of mind del 1995, la sezione 9 indaga su una serie di omicidi a scopo di vendetta compiuti tramite un virus che seleziona a caso un individuo, lo sottoopone al lavaggio del cervello e lo utilizza come sicario.
L’ultimo episodio, Lost Past del 1996, vede Saito e Bato alle prese con un pericolosissimo cecchino dell'esercito cinese.
Le trame delle storie presenti in questo volume risultano molto più comprensibili rispetto a quelle delle opere precedenti di Masamune Shirow.
Inoltre questi episodi scritti a distanza di anni l’uno dall’a ltro, servono anche per apprezzare l’evoluzione stilistica e narrativa del mangaka di Kobe.
Il tratto è quello tipico delle prime opere di Shirow in cui l’autore, per definire sfondi e creare personaggi, utilizza il pennino piuttosto che la computer grafica.
Gli episodi sono disegnati in modo estremamente preciso e tutti gli aspetti della tavola sono curati spesso in modo anche eccessivo.
Gli sfondi e i dettagli sono ben definiti e danno l’impressione al lettore di essere in un mondo reale e pulsante dove ogni cosa è credibile.
A costituire un valore aggiunto all’opera, oltre alle venti pagine originali a colori che si trovano all’interno del volume, è il fatto che in allegato si trova anche un CD-ROM multimediale, integrante l’opera, sfogliando il quale potrete rivivere in maniera digitale tutta l’atmosfera di cui è pervaso questo manga.
Ghost In the Shell 1.5 Human Error Processer è un volume davvero imperdibile per gli amanti di Shirow e in generale del buon fumetto giapponese.
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