Da fine 2005 è disponibile nelle librerie, per le edizioni Pendragon di Bologna, La maschera di Pacal, di Stefano Cammelli. Un romanzo ricco di avventura e mistero che si sposta con disinvoltura nello spazio e nel tempo, scritto da un docente di economia con la passione per i viaggi.
“Chi furono i Maya? Perché innalzarono città splendide nelle selve della Mesoamerica e poi le abbandonarono all’improvviso molto prima dell’arrivo dei bianchi? Quale segreto si nasconde nella loro scrittura e nella loro arte?
Ambientato tra Città del Messico, le selve del Chapas, Santa Fe e Los Angeles, e giocato su due piani temporali – il presente e il momento d’oro della civiltà precolombiana – questo romanzo assume le cadenze del poliziesco. A indagare sul furto di una serie di reperti, tra cui una maschera del VII secolo, è infatti chiamato un investigatore della polizia federale messicana. Abituato ad avere a che fare con i narcotrafficanti, è ora costretto a muoversi tra le gallerie d’arte, musei, archeologi e antiquari.
Fino a comprendere che senza far luce sui Maya e sul loro mondo sarà difficile chiarire il mistero di un furto così audace e apparentemente privo di logica…” (dalla quarta di copertina)
Stefano Cammelli, storico contemporaneista e musicologo, è organizzatore di viaggi culturali per tradizione di famiglia. Docente a Economia (Università di Bologna), tra le sue pubblicazioni ricordiamo, Il minareto di Gesù (Il Mulino, 2005), Storia di Pechino e di come divenne capitale della Cina (Il Mulino, 2004), L’acqua scende a valle (Fara, 1998) e Tè verde (Fara, 1998).
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