Una storia semplice: la morte di un diplomatico in pensione, le indagini, la soluzione del caso. Sullo sfondo una Sicilia immobile, in balìa degli eventi, un’isola che potremmo definire pirandelliana, in cerca di una sua identità.
Una storia semplice solo nel titolo, molti infatti sono gli elementi che rivelano una complessità che scorre sotterranea alla lettura svelta e semplice di poco più di sessanta pagine.
Innanzitutto, la struttura narrativa, la formula è quella del giallo, in secondo luogo, lo stile, essenziale come non mai, poco incline alle descrizioni paesaggistiche e d’ambiente ma sicuramente incisivo. Nessuna parola è fuori posto o priva di senso. Qui parlano anche le pagine che non ci sono. Se ci si sofferma sul finale poi, salta anche il giallo e si sconfina nel noir, soprattutto se si tiene conto di certe riflessioni e conclusioni che con la celebrazione della logica investigativa non c’entrano proprio nulla.
Al di là delle definizioni di genere, a volte utili per inquadrare un romanzo, a volte discutibili o addirittura stucchevoli, questo è un libro di Leonardo Sciascia: ne ha i temi, lo stile, la caratura letteraria. Ci si meraviglia di come questa storia, con i suoi personaggi e le sue implicazioni (tutt’altro che rassicuranti), sia contenuto in così poche pagine. Per non rovinarvi il piacere della lettura di questa semplice storia, meglio non rivelare altro. Meglio non fare troppe parole: lasciamole a chi se ne intende. Lasciamo "parlare" Leonardo Sciascia.
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