Ha ucciso, filmato e divorato un uomo con il suo consenso.
Nella soffitta di una villa abbandonata, ha fatto a pezzi e mangiato l'ingegnere Bernd-Juergen Brandes, che aveva conosciuto tramite un annuncio su Internet. La notte fra il 9 e 10 marzo 2001, in una soffitta della sua villa abbandonata a Rotenburg (Assia dell'est) si compie il delitto. Dopo che l'ospite venuto da Berlino aveva ingerito 20 tranquillanti e bevuto una bottiglia di alcool, il carnefice gli taglia il pene e assieme a lui se lo mangia. Dieci ore dopo, di notte, dopo che la vittima perde coscienza per la forte perdita di sangue, gli taglia la gola e lo fa a pezzi. Quindi mette le parti del corpo sezionate in buste di plastica e le surgela. Col tempo le ha mangiate pezzo dopo pezzo. "Ogni volta che mangiavo un pezzo di carne - ha riferito l'omicida - mi ricordavo di lui. È stato come fare la comunione". I fatti di quella nottata sono stati ripresi da una telecamera e la cassetta è stata portata come materiale di prova al processo. Attraverso la ripresa Armin Meiwes, questo il nome dell'uomo successivamente soprannominato il cannibale di Rotenburg, avrebbe dimostrato che la vittima era consenziente. Il tribunale di Kassel lo ha riconosciuto in pieno possesso delle facoltà mentali e lo ha condannato a otto anni e mezzo di carcere.
La regista tedesca Rosa von Praunheim ha fatto un film documentario intitolato Rotenburg e basato sulla vita di Meiwes e motivato anche dall'interesse da parte della stessa regista nei confronti del tema del cannibalismo. Meiwes però vuole impedirne l'uscita nelle sale tedesche. Per il suo legale, Meiwes non avrebbe fornito la necessaria autorizzazione al film sulla sua vita.
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