Se il procuratore non era proprio un mostro di simpatia era anche vero che non era uno stupido. Erano settimane che si lisciava Salvatore. Quello che Salvatore voleva, il procuratore faceva. Il vecchio De Blasi voleva incastrare Alfredo il Greco e Totò era la sua carta vincente. Era il sogno di ogni procuratore: un testimone impaurito e debole ma disposto a parlare. Totò aveva visto il Greco che sparava un colpo alla nuca di Joy Di Martino nel vicolo sotto il suo appartamento. Così Salvatore aveva fatto una delle cose più belle e più stupide che un uomo potesse fare, era andato alla polizia e aveva detto tutto. Aveva descritto minuziosamente Alfredo il Greco e tutto quello che era accaduto. Vic aveva sentito dire che il procuratore De Blasi alla notizia della testimonianza di Salvatore si era quasi fatto venire una sincope. Erano anni che braccava inutilmente il Greco, gli era sempre stato addosso come una zecca su un bastardo, ma non era ancora riuscito a sbatterlo dentro. Ma forse questa era la volta buona. Il procuratore De Blasi si era avventato su Totò, premuroso e gentile come una sanguisuga. E lì erano cominciati i guai di quel poveretto, era stato preso e sballottato da un nascondiglio all’altro. Era stato segregato, interrogato, minacciato. Era un mese che Totò non aveva più una vita propria e chissà se un giorno l’avrebbe mai riavuta.

Oscar uscì dalla doccia con un asciugamano in vita sfoggiando con orgoglio la sua stazza da lottatore di sumu. Prese a vestirsi mentre Vic riordinava la stanza e Salvatore si pettinava. Avevano ancora un'ora di tempo. Oscar, pulito e profumato, si sedette composto in poltrona tornando a seguire il suo film Western.

Il procuratore arrivò con un quarto d’ora di anticipo. Vic aprì la porta e si trovò di fronte le sue guardie del corpo.

- Salve ragazzi, come va?

Nessuna risposta. Mmm, proprio dei simpaticoni pensò Vic. I due uomini si guardarono intorno e fecero strada al procuratore De Blasi. Il vecchio bastardo si esibì in uno dei suoi famosi sorrisi pubblicitari che si armonizzava ben poco con la sua pelata.

- Buongiorno, voi dovete essere gli agenti Raimondi e Sacco, il vostro capitano mi ha parlato molto bene di voi.

- Si signore siamo noi, io sono l’agente Raimondi e questo è il mio collega, l’agente Sacco. E' un vero piacere conoscerla. - Oscar era intervenuto veloce come un razzo.

- Bene, bene. - disse compiaciuto il procuratore - Dov’è il nostro ospite?

- È qui signore, eccolo. - Continuò Oscar.

Salvatore entrò nella stanza. Anche se si era pettinato, non aveva perso quell’aspetto sporco e trasandato degli ultimi giorni. Il procuratore fece finta di non farci caso.

- Salve Totò. Ti vedo alla grande, sono venuto a vedere come stavi e a fare due chiacchiere. Che ne dici, ti va?

Salvatore alzò le spalle rassegnato. Ormai era troppo stanco per qualsiasi protesta. Il procuratore si girò verso i suoi uomini.

- Ragazzi, aspettatemi sotto in macchina. E' questione di una mezz’ora.

- Ma signore, noi non possiamo lasciarla da solo, non ci è consent…

- Agente, le ho detto di scendere e di aspettarmi in macchina - il tono del procuratore non ammetteva repliche - e poi con il mio amico Totò non c’è bisogno di tutte queste formalità, non è vero Totò? - Salvatore continuava a tacere - Inoltre - continuò De Blasi - ci sono qui questi due altri agenti per ogni eventualità.

- Signore, non si preoccupi di nulla, siamo perfettamente addestrati per ogni evenienza. - Ancora un po’ e Oscar si metteva a scodinzolare.

- Non ha visto, agente? Può scendere tranquillo, qui sono perfettamente al sicuro.

Così il discorso era chiuso. I due uomini, ancora un attimo titubanti, uscirono dall’appartamento chiudendosi dietro la porta.

- Allora Totò, vogliamo sederci e fare due chiacchiere mentre ci beviamo qualcosa?

- Va bene signore. - la voce di Totò era simile a un sussurro. In fondo il procuratore De Blasi non doveva stargli poi tanto simpatico.

I due si sedettero sul divano.

- Senti Totò, voglio risentire da te tutto quello che hai visto la notte che Alfredo il Greco ha sparato a Di Martino. Mi raccomando, è importante che tu sia il più preciso possibile.

Salvatore deglutì con forza.

- Dunque io stavo finendo di vedere la Ruota della fortuna in tv quando ho sentito qualcuno che gridava sotto nel vicolo… eee… mi sono sporto leggermente alla finestra per capire quello che stava succedendo… eee…senta non mi sento molto bene le dispiace se vado un attimo in bagno?