A volte vale la pena di sobbarcarsi un po’ di fatica (suvvia qualche click sulla tastiera nel sito Amazon.fr.) per scoprire piccoli, ignorati capolavori. Hideo Gosha, (1929-2002) è uno dei pochi cineasti che abbiano goduto di una quasi totale libertà di espressione nell’arco di tutta la loro carriera. Famoso soprattutto negli anni ’60 per i suoi film sui samurai ha diretto anche questo Quartier Violent (Boryoku Gai,1975) che l’etichetta HK diretta da Cristephe Gans (registra tra l’altro del Patto dei Lupi e di Criyng Freeman) propone in un interessante cofanetto corredato da un illustrato libretto. Il titolo Ronins & Yakuzas è più che esplicativo del contenuto. Un solo film “moderno”, Quartier Violent, appunto ma decisamente una scoperta. Una storia che il commento  francese definisce un riuscito mix tra Peckinpah e il polizziottesco italiano, è, a mio avviso, qualcosa di più. Una storia secca, senza fronzoli che riunisce tutti i temi classici del film di gangster di ogni paese. Il duro costretto a uscire dal giro (Norobu Ando)e a cedere la moglie al boss della potente famiglia che gli cede un locale al centro di Ginza, il quartiere dei divertimenti, dove si balla il flamenco. Poi c’è una disputa tra vecchi e nuovi yakuza, il rapimento della figlia di un boss e un sicario amico-nemico del protagonista. Non manca neppure un sicario en travestì e una resa dei conti in un pollaio. Tutto raccontato con il taglio secco ed epico al tempo stesso dei migliori film di Fukasaku e Suzuki. In pratica un vademecum per chi ama il cinema della yakuza alle sue origini, ossia non visto attraverso la lente deformante del cinema americano. Quanto agli altri film due sono storie di Kiba, il  lupo feroce, samurai senza padrone e senza onore e poi c’è il mitico Samurai sans Honneur che mostra un protagonista monco e sfregiato, lontanissimo da certe immagini idealizzate dei samurai propinate da Hollywood. Se vogliamo anche questi sono dei “neri” ante litteram dove alla pistole si preferisce la spada ma nei quali la disperazione di fondo, l’ineluttabilità di chi ha scelto una vita violenta è sempre ineludibile. La fatica di leggere i sottotitoli francesi vale la soddisfazione di una scoperta originale.