Agli inizi del secolo scorso uno dei più frequenti topoi dell'immaginario collettivo era il cosiddetto "pericolo giallo", incarnato splendidamente dal diabolico genio del male cinese Fu Manchu.

Un centinaio di anni dopo, i giornali tornano a parlare di "pericolo giallo": questa volta riferendosi non più a supercattivi pulp come quello dei romanzi di Sax Rohmer, ma alla Cina come superpotenza emergente. Un evento sotto gli occhi di tutti, che forse era lecito attendersi: dopotutto già nel 1816 Napoleone aveva profetizzato "Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà.", frase poi ripresa da Lenin poco prima di morire.

Ma se c'è un mondo che gli occidentali conoscono poco è proprio quello cinese, cosa che può dare adito a false credenze, paure infondate o, perché no, anche a speranze prive di consistenza.

A far luce su questa realtà destinata a dominare nel bene o nel male i prossimi anni pensa il giornalista Federico Rampini, che ne Il secolo cinese raccoglie una quantità impressionante di saggi, brevi istantanee su molteplici aspetti di questa nuova, popolosissima superpotenza mondiale.

Dall'industrializzazione forzata alla condizione femminile, dall'antagonismo sportivo col Giappone all'affermarsi delle industrie italiane sul suolo cinese, Rampini offre una completa carrellata su tutto quanto c'è da sapere in merito a questo colosso asiatico. Senza demonizzazioni aprioristiche ma anche senza facili entusiasmi, chiamando le cose con il loro nome e offrendo in ogni situazione il punto di vista di chi le cose le conosce per averle vissute in prima persona.

Un utile strumento, dunque, per chi vorrà presentarsi pronto all'appuntamento con quello che storici, politologi ed economisti hanno chiamato per l'appunto "il secolo cinese": il secolo in cui stiamo già vivendo.

Federico Rampini, corrispondente della "Repubblica" da Pechino, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per "Rinascita". Già vicedirettore del "Sole 24 Ore" e capo della redazione milanese della "Repubblica", editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, ha insegnato alle università di Berkeley e Shanghai. È autore di numerosi saggi, tra cui Le paure dell'America (Laterza 2003), Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana (Carocci 2004) e San Francisco - Milano (Laterza 2004). Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo.