Demonio o angelo? Giustiziere o assassino? Emissario del Bene o incarnazione del Male? Da Marsiglia a Barcellona, dalle strade di Parigi alle rotte del Mediterraneo, il suo nome suscita paura e rabbia, speranza e ammirazione. Forse è stato un marinaio, forse un soldato di ventura. Sul suo petto, proprio sopra il cuore, ha una cicatrice a forma di spada e c'è chi dice che sia il simbolo della "Fraternité", una leggendaria casta di cavalieri... Ma chi è Demian?

La risposta giungerà da maggio 2006: si intitola infatti Demian, come il romanzo di Hermann Hesse, la nuova miniserie di Sergio Bonelli Editore ideata e sceneggiata da Pasquale Ruju, che tratterà tematiche all'insegna del noir e dell'avventura, in un mondo spietato e pieno di intrighi in cui nessuno è innocente fino in fondo.

In una intervista a ComicUS, Ruju ha svelato i suoi debiti nei confronti del noir letterario francese: "Anch'io ho amato molto i libri di Izzo. Credo di aver riletto la trilogia tre o quattro volte. Non è stata la mia principale fonte di ispirazione, devo ammetterlo, ma un personaggio del primo episodio è spudoratamente ispirato proprio a Jean Claude Izzo! Altri debiti li ho nei confronti di Manchette, di Simonin e Le Breton, e perfino di Gian Carlo Fusco e del suo splendido Duri a Marsiglia.

Fin dall'inizio ho deciso di ambientare la mia serie in Europa, e più precisamente nel Mediterraneo. Far muovere un eroe bonelliano in mezzo a paesaggi, odori, sapori, lingue e mentalità più vicini a me (e alla mia testa dura da sardo!) è stata una tentazione irresistibile. Da qui, la Francia. La Francia del sud. Marsiglia. Una Marsiglia immaginaria, certo, com'è immaginaria la Londra di Dylan Dog, eppure allo stesso tempo reale, calda, dolce e violenta. Dai tempi del classico "milieu" - dalle giacche a doppio petto di Jean Gabin e dai Borsalino a tesa larga di Alain Delon - sono cambiate molte cose. La Marsiglia di oggi è diversa, trafficata, tecnologica, multietnica, più simile alle metropoli in cui si muovono i personaggi dei film di Luc Besson: Leon, Nikita, e altri come loro. La città giusta, insomma. Giusta per me e per il mio protagonista."