“Dopo avere fatto a pezzi il cadavere, mettevo la pentola sul fuoco verso le sette di sera, e per tutta la notte la lasciavo andare, fino alle quattro del mattino. A volte nel sapone c’erano pezzi un po’ più duri. Erano le ossa che non si erano saponificate. Il sangue di solito lo riunivo a marmellata con cioccolato, anice e vaniglia, oppure con garofano e cannella per ottenere l’impasto delle mie torte.”

Parole di Leonarda Cianciulli, meglio nota come "la saponificatrice di Correggio": uno dei rarissimi casi di serial killer al femminile, in cui il delirio mistico si impernia su un modus operandi decisamente inconsueto, quello del cannibalismo cucinato.

È alla ricostruzione di questo caso che è dedicato il volume La saponificatrice di Erika De Pieri, cronistoria a fumetti delle vicende della Cianciulli. L'autrice sceglie di presentare questa donna malata con vigorosi acquerelli dai toni ora smorzati dalla nebbia padana, ora accesi e fortemente contrastati come in un vortice di puro incubo; la chiave di lettura adottata è quella della Cianciulli come madre e mostro al tempo stesso, espressione di una maternità distorta dove le regole scompaiono per lasciare il posto a forme di amore talmente malato da non poter più essere chiamato in questo modo.

Il risultato è un'efficace graphic novel che ricostruisce con precisione il caso, facendo conoscere questa solitaria figura della storia del crimine italiano anche a chi non ne aveva mai sentito parlare.