Per gli appassionati di storie di spionaggio avventuroso James Bond è sempre vivo e combatte insieme a noi. In quel particolare filone della spy-story dove l’avventura e sì, diciamolo, anche un po’ la fantascienza hanno avuto il predominio sull’attualità e l’intrigo psicologico, l’eroe di Ian Fleming rimane una pietra miliare. E non è solo la decisione di girare il 21° film della serie ispirato a Casinò Royale (primo e per ora non utilizzato romanzo della saga se si esclude un orrendo pasticciaccio parodistico del quale non vale neppure la pena parlare), ma lo dimostrano anche la fortuna degli apocrifi particolarmente riusciti di Raymond Benson dei quali Conto alla rovescia, ripubblicato da Alacràn in questi mesi, ma anche un fiorentissimo mercato di Section Figures che gli appassionati si procurano con ogni mezzo possibile, da internet a veri e propri viaggi in estremo oriente dove questo genere di gadgets va ancora fortissimo.
Una fortuna ancora maggiore ebbero i film dell’agente 077 diretti da Sergio Grieco nel 1965 e che avevano per protagonista un biondo eroe di nome Dick Malloy interpretato dall’atletico Ken Clark.
Agente 077 dall’oriente con Furore e Agente 077 missione Bloody Mary rifacevano il verso a famose pellicole jamesbondesche ed erano firmate dal regista con lo pseudonimo Terence Hathaway (strano ma intelligente mix tra Henry Hathaway e Terence Young che era poi il padre cinematografico di Bond).
E non basta, tra i titoli che si affacciano alla memoria di quegli anni ci sono storie di spionaggio a volte anche distanti dalla formula Bond come Sinfonia per due spie e Asso di picche operazione controspionaggio e una pletora di vari eroi (Agente Zeta 7 e Sicario 77 solo per citarne due) che segnarono una breve ma fortunatissima stagione del nostro cinema.
Quanto a me, come lettore e autore, di questo genere non posso che guardare con un pizzico di nostalgia questi tentativi italiani di competere con produzioni americane, osservando che anche nel prodotto più d’imitazione, c’era sempre una guasconeria, un vigore tutto italico che di certo non noceva al racconto.
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