Archivi non più segreti. Si tratta di una raccolta di libri che escono con il quotidiano L'Unità. Recuperabili attraverso internet (in fondo all'articolo il link per farlo). Molti archivi segreti sono stati aperti, questa collana di saggi va a vedere cosa c'era nascosto dentro...
La guerra fredda delle spie
EUR 5,90
di Aldo Giannuli - a cura di Vincenzo Vasile
Gli storici ne parlano poco. Ma dietro la storia d’Italia ci sono affari molto riservati. Si è chiamato proprio così per più di un secolo – Ufficio affari riservati – il servizio di intelligence più occhiuto e occulto e chiacchierato della nostra Repubblica. La vicenda parte da molto lontano. Porta la firma di un Padre della Patria, Camillo Benso di Cavour, che creò il primo servizio di polizia politica. L’infiltrazione nella sinistra, le attività di provocazione, le intercettazioni e i dossier ricattatori compilati per favorire o danneggiare l’una o l’altra corrente di governo sono le caratteristiche dell’Ufficio, che fu retto nella sua fase più significativa da Federico Umberto D’Amato, personaggio pittoresco, gastronomo, che collezionava pupazzi animati del Settecento, a conferma della sua fama di “burattinaio”, e raccoglieva migliaia di “fascicoli”…
Strategie della tensione
EUR 5,90
di Aldo Giannuli - a cura di Vincenzo Vasile
Solo alcuni fascicoli sono giunti sino a noi, e ancora si discute su quale fine abbiano fatto gli altri, e quanti, quando e perché siano stati trafugati, c’è chi dice in una villa del litorale romano, chi dentro a una cassaforte oltre frontiera…
La guerra dei mondi
EUR 5,90
Le internazionali anticomuniste Vol. I
di Aldo Giannuli a cura di Vincenzo Vasile
“I marziani sono cattivi, molto cattivi. Scendono dalle loro astronavi, invadono e mettono a ferro e a fuoco Los Angeles. Il professor Forrester, invece, è buono e la sua fidanzata, Sylvia, è bella e simpatica. Salveranno la città, cacceranno gli alieni. Così accade nel film “La guerra dei mondi”, (1953). Nel nostro libro Aldo Giannuli, sulla scorta di documenti in parte inediti o poco conosciuti, ci racconta come fu combattuta quella guerra. Che fu guerra, innanzitutto, al comunismo. Guerra a bassa intensità. Ma non sempre. C’è, per esempio, una foto grazie alla quale l’autore, il giapponese Yasuki Nagao, vinse nel 1960 il Premio Pulitzer. E’ un’istantanea di alta drammaticità: l’abbiamo scelta come copertina. Si vede un giovane che impugna un lunghissimo pugnale lanciarsi contro un uomo su un palco, ornato da striscioni con gli slogan di una manifestazione politica. L’uomo ha scorto il suo aggressore, ha fatto un balzo all’indietro, gli stanno cadendo gli occhiali dal naso, ma il colpo sta arrivando, nel ventre, un colpo tremendo, mortale. La vittima era il presidente del partito socialista giapponese, un uomo di sinistra, si chiamava Inejiro Asanuma. Uno di sinistra, un socialista, perciò un uomo sospettabile di essere amico dei comunisti, dunque un nemico, un alieno. L’assassino fu un ragazzino di diciassette anni, militante di uno dei gruppi anticomunisti ed eversivi che pullulavano nel cosiddetto “mondo libero”, ciascuno di essi collegati a diverse centrali organizzative internazionali. L’uso dell’assassinio politico fu tra gli strumenti contemplati per accrescere la tensione. L’omicidio Asanuma inaugurò una tecnica di “guerra” che verrà ripetutamente riproposta: l’assassinio politico e – soprattutto in Italia – la strage”. Dalla prefazione di Vincenzo Vasile.
Una strana vittoria
EUR 5,90
Le internazionali anticomuniste Vol. II
di Aldo Giannuli a cura di Vincenzo Vasile
“C’è chi pensa che il più grande risultato dell’anticomunismo militante sia stata la caduta del comunismo in Urss ragionando in questo modo: se il comunismo ha perso vuol dire che l’anticomunismo ha vinto e quello radicale e militante più di tutti. Ma la storia non è una partita di calcio. (…) Il comunismo è effettivamente caduto in Urss ma non per l’azione dei movimenti anticomunisti o per una rivoluzione della società civile comunque connotata. Esso è finito perché la classe politica del Pcus ha deciso di porre termine a quella esperienza, ma restando, saldamente al potere: ancora oggi, a distanza di 15 anni dalla fine dell’Urss e del regime comunista, la nomenklatura è composta in larga parte da personale proveniente dai quadri del vecchio Pcus. Vedendo le cose con maggiore distacco si indotti a pensare che l’anticomunismo, più che ad est, abbia vinto la sua battaglia ad ovest. Non ha abbattuto il totalitarismo orientale ma ha generosamente contribuito alla nascita di forme di autoritarismo ad occidente. Forse l’anticomunismo non ha lo spessore culturale e ideologico dell’antifascismo, ma sicuramente non ha un rilievo storico minore di esso sempre più urgente si avverte la necessità di ricostruire la storia per capire pienamente questo ultimo mezzo secolo". Dalle conclusioni di Aldo Giannuli.
https://www.unita.it/ssl/store/show.asp?catid=27
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