"Gli indizi parlano una lingua loro, che va tradotta meditata, interpretata".

 

Parlano, quando ci sono.

Chi è, infatti, l’uomo pugnalato al mercato ortofrutticolo di Bologna? Documento di identità falso, un tatuaggio cancellato, tutti i denti levati e sostituiti da una dentiera: infine, i polpastrelli lisciati, quindi impronte digitali inesistenti.

Chi è costui? Un signor “nessuno”. Se poi, al momento di spirare, sussurra: “non più di quattro al giorno… e non cancella”, e  stringe in pugno un bigliettino con la scritta: AACC00, il caso si aggroviglia decisamente. Anche perché ad aver raccolto l’estrema confessione è una vecchietta volitiva e agguerrita, Tina Formoso: sprezzante del pericolo e diffidente delle forze dell’ordine, nonostante il  figlio commissario di polizia. Mario Formoso, per l’appunto;  cui viene affidato il caso.

 

La pettinatura con la riga e il riportino ai lati, per mascherare l’incipiente calvizie; l’abituale pallore soppiantato da un bell’ambrato di sapore tropicale. Ecco il commissario Formoso; fin da bambino, vittima di certe terrificanti prerogative di mamma Tina, maestra diplomata, cui le parole uscivano di bocca innocentemente, senza filtro, riflesso puro del pensiero: come le stoccate per l’altezza o i progressi negli studi. Forse per questo, al commissario Formoso fantasia, spirito di iniziativa e modalità poco ortodosse di indagine non fanno difetto; anzi, un testimone ingombrante e ad alto rischio, come la madre, le solletica.

 

Alle prese con travestimenti, nonnette logorroiche e attaccabrighe, malviventi improvvisati e pasticcioni, giocatori di flipper acrobatico, il commissario Formoso e il fido agente Zeloni, alla guida della Fiat Panda delle forze dell’ordine, si trovano coinvolti in una carambola di situazioni esilaranti e rischiose, fra cassonetti che detonano, incendi appiccati per distrazione e tagliole proditorie nell’erba. Di mezzo, anche i servizi segreti e un questore dalla condotta sospetta.

 

Ossessionati da qualche mania, ironici, bonariamente “sfigati”, macchiette di se stessi: i personaggi creati da Marcello Marani catturano per la carica umana e la simpatia frizzante che li pervade. E li risucchia in un susseguirsi vorticoso di disavventure e colpi di scena, che avvince fin dalle prime righe. Una scrittura effervescente, solcata di umorismo, ritmata e priva di sbavature. Il commissario Formoso indaga è un romanzo gustosissimo: un giallo dai risvolti di commedia, dove i cattivi non sono mai del tutto cattivi e i buoni mai degli eroi.

 

Marcello Marani vive e lavora a Bologna, presso un istituto di credito. Ha esordito nel 1996 con il romanzo Il killer del liscio, Pironti editore.