È uscito per la casa editrice Astorina nella collana Il grande Diabolik uno spettacolare remake di Il re del terrore, primo numero del periodico dedicato al noto malvivente di Clerville.
Questa storia dal notevole spessore filologico, grafico e narrativo, è stata realizzato dallo sceneggiatore Alfredo Castelli ed dal disegnatore Giuseppe Palumbo con una impostazione adatta ai nostri tempi ma assolutamente fedele alla trama originale nel 2002 e pubblicata in un lussuoso volume per collezionisti per festeggiare il quarantesimo anniversario dell’uscita del primo albo di Diabolik, originariamente scritto da Angela Giussani e disegnato dal misterioso Zarcone, avvenuta nel novembre del 1962.
Nel 2004 Il re del terrore il remake è stato distribuito anche nel circuito delle edicole in un inedito formato bonelliano.
Questo balenottero di 180 pagine, si fregia di ulteriori correzioni ai disegni e di un prologo/epilogo inedito disegnato da Sergio e Paolo Zaniboni nel classico stile del personaggio.
Partendo dal soggetto originale, Castelli ha modificato numerosi particolari, nel tentativo di giustificare quelle piccole ingenuità, tipiche degli anni sessanta, divenute poco credibili agli occhi degli smaliziati lettori odierni.
Inoltre ha completamente rivisto i dialoghi e la sceneggiatura, riplasmandone e tirandone a lucido gli elementi basilari con grande gusto e capacità di creare le giuste atmosfere.
Ancora più radicale e sconvolgente è stato l’impatto di Palumbo, che, pur partendo dalle linee guida dell’avventura originale, l’ha completamente reiventata ed attualizzata, non solo grazie al suo tratto unico e ricco di particolari, ma specialmente attraverso una sapiente regia delle tavole ed un ottimo montaggio delle vignette.
Tralasciando le piccole semplificazioni e incongruenze, sulle quali lo stesso Castelli si sofferma in un interessante Dietro le quinte, e quell’aria un poco ingenua di certi fumetti tanto vecchi riletti oggi, Il re del terrore mantiene intatta la forza di un personaggio mai tanto noir quanto nel suo esordio.
Il Diabolik che vediamo ha infatto poco o niente del lato romantico e per certi versi idealista che emergerà nel tempo, grazie soprattutto alla sua compagna Eva Kant, qui ancora da venire.
È un personaggio spietato, crudele, capace di uccidere, plagiare ed ingannare chiunque pur di raggiungere il suo obbiettivo.
Per impossessarsi di sette preziosi pugnali appartenenti al ricco nobile Garion, non esita infatti a ucciderlo e prenderne le sembianze, farne impazzire la moglie, far credere al figlio di essere l’assassino della vecchia zia, e uccidere tutti coloro che intralciano i suoi complessi, dettagliati e quasi perfetti piani, che solo l’ispettore Ginko sembra capace di intuire e contrastare efficacemente.
Una partita a scacchi tra coloro che diventeranno nemici giurati e avversari fenomenali, nemesi l’uno dell’altro.
Castelli è una vecchia volpe del fumetto, e la sua versione scorre via con abilità, mantenendo vivo l’interesse del lettore ed il pathos.
I disegni di Palumbo sono di buona atmosfera, e sanno alternare azione e dramma con la consueta bravura.
In conclusione, un ottimo omaggio ad una vera e propria icona della cultura popolare italiana.
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