Il luogo scelto per accogliere la stampa è inconsueto: l’Istituto Superiore di Polizia. All’entrata ci sono due poliziotti in alta uniforme mentre nel piazzale dell’edificio fa mostra di sé una Giulia, color verde militare targata Polizia, la stessa che abbiamo visto in tanti film polizieschi degli anni ’70.
Ci viene consegnata la cartella stampa e ci accomodiamo nella sala predisposta per la conferenza.
I fotografi sono tutti all’ingresso in attesa dell’arrivo dei protagonisti Luca Barbareschi e Natasha Stefanenko.
I produttori di Nebbie e delitti, Susanna Bolchi e Aureliano Lalli Persiani, sono tesi ma sorridenti.
Arriva l’autore, Valerio Varesi, che viene immediatamente catturato dalla giornalista del Tg2 per un’intervista.
Finalmente inizia la conferenza stampa. E’ Agostino Sacca’, direttore di Rai fiction a parlare per primo. “Sono molto affezionato a questa serie di film, perché di veri e propri film si tratta, grazie alla loro caratura e alla sapiente regia”. Sacca’ continua spiegando che per una sorta di miopia la Rai non ha prestato attenzione, negli ultimi anni, al pubblico del nord proponendo serie televisive con commissari del sud. A questo seguiranno altre serie importanti come l’ispettore Coliandro di Lucarelli.
Parlando del commissario Soneri, Sacca’ spiega: “Ho amato questa storia perché è un commissario moderno, un po’ filosofo, forse perché Varesi è laureato in filosofia? Soneri sente che il male è anche dentro di lui, ha un’ombra dentro che combatte con il bene. Barbareschi, ingrassato per l’occasione, è misuratissimo, contrariamente a quanto ci si aspettava. La Stefanenko, poi, è una luce”.
Giovanna Milella, vice direttore di Rai2, integra il discorso fatto da Sacca’ sull’intenzione di allargarsi al pubblico del nord, spiegando che si tratta più di un nord metafisico, che geografico. La nebbia, atmosfera preponderante nei libri di Varesi, fa risaltare di più il colore e le passioni delle persone.
Il regista Riccardo Donna racconta di non avere mai avuto, nel passato, l’occasione di cimentarsi con il genere, in più “avevo te tra le mani” dice rivolgendosi a Barbareschi “una tigre da gestire, ma sei diventato un amico”.
Luca Barbareschi ringrazia i suoi soci della Casanova Entertaiment, Bolchi e Lalli Persiani. “Se la Casanova lavora così bene è perché c’è un bel lavoro di squadra”. “Gli sceneggiatori Silvia Napolitano e Angelo Pasquini” continua Barbareschi “stanno già lavorando, insieme a Varesi, alla seconda serie”. Barbareschi, però, asserisce di non voler ingrassare nuovamente quando girerà la prossima serie “Non voglio farmi venire un infarto per colpa del colesterolo alto!”.
Natasha Stefanenko dice di essere stata molto aiutata dai consigli generosi di Luca Barbareschi e quasi paterni del regista.
Barbareschi si rivolge a Roberto Sgalla, direttore dell’Ufficio Relazioni esterne della Polizia di Stato “La collaborazione della polizia è stata grande, per i mezzi di cui ci hanno dotato e per averci aiutato durante le scene di inseguimenti bloccando il traffico”.
“Questa serie” conclude Barbareschi “è stata dedicata a Sandro Bolchi. Prima di tutto perché è il padre della fiction, poi perché padre di Susanna”.
Andiamo quindi nella sala, grande come un cinema e sempre all’interno della scuola, dove sono seduti i funzionari di polizia che stanno seguendo il corso per Primo Dirigente. Si abbassano le luci in sala e insieme al vice capo della Polizia Manganelli, al presidente della Rai Petruccioli e Pino Corrias, assistiamo alla prima puntata della serie. Da lettrice posso dire che sono state mantenute intatte le atmosfere dei romanzi di Varesi.
Appena si riaccendono le luci c’è un grande applauso, e io vado a cercare l’autore e la sua editrice, Carla Tanzi, della Frassinelli, che so essere presente. Li trovo tutte e due con gli occhi lucidi ed entusiasti per quanto hanno appena visto. Scambiamo le nostre opinioni davanti a un bicchiere di vino bianco e un’ottima polenta con il cinghiale, buffet offerto dalla Casanova.
Barbareschi e la Stefanenko, che svettano per la sala data la loro altezza, sono raggianti. I produttori appaiono finalmente rilassati e mi raccontano che molte scene sono state girate proprio all’interno dell’istituto dove ci troviamo.
I dati share del giorno dopo la messa in onda della prima puntata danno ragione all’ottimismo dei produttori. La percentuale raggiunta è del 15%, oltre le aspettative di Rai2.
Aspettiamo quindi le prossime puntate.
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